da Rende (Cosenza)
La drastica decisione il presidente del Rende Calcio, Franco Ippolito Chiappetta, laveva annunciata nel tardo pomeriggio di domenica scorsa subito dopo il triplice fischio del contestatissimo arbitro Tagarelli di Termoli e dopo lennesimo ko interno contro il Potenza: «Ritiro la squadra dal campionato di C2. Questo calcio non appartiene al Rende. Nei palazzi vogliono il calcio sporco e io non sono abituato a lavorare così. E siccome sono una persona pulita, e ho sempre pagato con puntualità e correttezza le pendenze che mi toccavano, non mi presto più a tutto questo. Questo calcio alla Moggiopoli non ci appartiene».
Ieri mattina il noto, importante e stimato imprenditore edile, titolare della grossa impresa di costruzioni Incabit in passato gestita dal padre assassinato dalla ndrangheta, ha mantenuto appieno la promessa: «Con una comunicazione alla Lega di serie C ho comunicato il ritiro della squadra dal campionato - ha dichiarato Chiappetta -. Per quanto mi riguarda lesperienza calcistica è terminata. Ho comunicato alla Lega il ritiro dal torneo. Se poi in settimana gli altri tre soci del Rende vorranno rilevare la società potranno fare quello che vogliono. Sono amareggiato - ha concluso -, perché una serie di arbitraggi ci hanno penalizzato, hanno cercato in tutti i modi di farci scomparire dal calcio professionistico».
Il vicepresidente del Rende, Damiano Paletta, e gli altri dirigenti cosentini si sono però dissociati con fermezza dalle dichiarazioni e dalla decisione di Chiappetta.
Entro le prossime 48 ore sapremo se il fanalino di coda Rende riuscirà, anche senza Chiappetta, a portare a termine il suo torneo di C2.
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