Si può rinunciare a una Ferrari? O meglio: si può rinunciare alla possibilità di conquistare un volante Ferrari? Meglio ancora: ci si può autoescludere dalla lista dei possibili prescelti spiazzando un po' tutti, tifosi e addetti ai lavori, ma non il buonsenso? Sì, si può. Mark Webber l'ha fatto. L'altra sera a Silverstone. Fresco della nona vittoria in carriera, ancora sorridente per aver battuto negli ultimi giri proprio la Rossa di Alonso, Mark ha più o meno scherzato con amici e non amici, rivelando però quel che aveva appena deciso. «Aver vinto questo Gran premio mi aiuterà a trovare un sedile per il prossimo anno...» ha buttato lì, aggiungendo subito «mi sto dando da fare per cercare di restare... in F1». Appunto, cercare di restare. Nel team. In Red Bull. Punto. Quanto alla Rossa sarebbe stato bello, ma meglio lasciarla a Perez, a Button o persino al redivivo Massa se riuscirà a confermare quanto di buono fatto vedere di recente. D'altra parte la Ferrari sta ragionando soprattutto in chiave 2014, dream team, oggetto del desiderio proprio il compagno di Webber, Vettel. Chissà...
Fatto sta, questo ha deciso Mark, ha rinunciato alla chance di sognare in rosso. Rinnovo di un anno per lui. Più o meno quello che pare, sembra, si dice, gli avesse offerto il Cavallino. Quanto al buonsenso, Webber a 35 anni ne possiede parecchio: prima di approdare in Red Bull era soprattutto famoso per essere sopravvissuto a un giro della morte in quel di Le Mans, gare endurance. Con la monoposto bibitara ha vinto nove gare, fatto pole, è secondo nel mondiale e quest'anno - al contrario del passato - sta dimostrando di saper tirare fuori dalla macchina qualcosa in più del talentuoso compagno Vettel però bisognoso di monoposto perfetta per dare tutto. Per cui buonsenso prima di tutto. A 35 anni Webber avrà pensato molto meglio concentrarsi dando il massimo in casa, anzich´ avventurarsi fuori, in un team che catalizza passioni e pressioni come nessun altro. Molto meglio provare a vincere questo mondiale con la firma della continuità in tasca e poi, a fine 2013, a 37 anni, salutare tutti e tornare in Australia. Tanto più che sempre in tema di buon senso, c'è Schumi, ad ogni Gp, a ricordargli che forse una certa età è molto meglio levarsi dalle scatole ed enjoy your life.
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