Ma Zapatero non imita Prodi e si prepara a mandare rinforzi

Probabile l’invio di 300-400 uomini, che renderebbe quello di Madrid il contingente più numeroso nell’Afghanistan occidentale, a tal punto da togliere all’Italia il comando nell’area

La Spagna pacifista di Zapatero, che si ritirò in fretta e furia dall’Irak, invece non molla in Afghanistan e anzi rilancia preparandosi ad inviare nuovi mezzi e truppe. Blindati più corazzati sono già pronti a partire e per i soldati si stanno delineando i piani, che dovranno essere approvati dal Parlamento. Le prime indiscrezioni parlano di 300-400 uomini, che renderebbe quello spagnolo il contingente più numeroso nell’Afghanistan occidentale a tal punto da poter scippare all’Italia il comando dell’area.
Una mossa in controtendenza rispetto al governo Prodi, che si arrampica sugli specchi per non ritirarsi. E guai a parlare di rinforzare il contingente, come sarebbe necessario e richiesto dalla Nato. Il quotidiano El País ha evidenziato ieri che lo stato maggiore della Difesa spagnolo «sta aggiornando rapidamente i piani per rafforzare la sicurezza delle truppe in Afghanistan», dopo l’attentato del 21 febbraio costato la vita ad Idoia Rodriguez, una donna soldato. Mercoledì scorso, rispondendo a Mariano Rajoy, il leader del partito Popolare all’opposizione, il premier spagnolo, José Luis Rodriguez Zapatero, ha aperto il primo spiraglio sull’invio di rinforzi: «Ovviamente, se il Comando delle operazioni lo reputa necessario, continueremo ad aumentare le misure per rafforzare la sicurezza delle nostre truppe in Afghanistan».
Zapatero a fine gennaio sosteneva che la possibilità di inviare rinforzi era stata archiviata, ma dopo l’attentato ed in vista dell’impennata degli scontri in primavera il premier spagnolo ha cambiato idea. L’intelligence di Madrid era stata la prima a segnalare che l’escalation prevista di violenze potrebbe espandersi anche nel settore ovest, comandato dagli italiani, dove operano 690 soldati spagnoli.
La frase del primo ministro rimane ambigua, ma El país sottolinea che Zapatero ha trasferito al generale Felix Sanz, capo di Stato maggiore della Difesa, e al generale Bernardo Alvarez, comandante delle operazioni, la responsabilità di adottare tutte le misure necessarie perché le truppe abbiano «la massima sicurezza possibile». Secondo il giornale spagnolo il generale Sanz sottoporrà, con «sollecitudine», il piano dei rinforzi al ministro della Difesa José Antonio Alonso. In realtà alcune misure sono già state prese, come l’invio imminente di quattro blindati Bmr, con una corazzatura superiore, a Qal i Naw, il capoluogo della provincia di Baghdis dove ha sede il Prt (Centro di ricostruzione provinciale) spagnolo. Inoltre sono stati quasi completate le installazioni di scudi di protezione per i mezzi già presenti sul terreno, che servono contro le trappole esplosive sempre più sofisticate e potenti utilizzate dai talebani.
Il piano dei rinforzi ricalca quello di un anno fa e dovrebbe prevedere l’invio di 300-400 soldati, comprese unità di artiglieria. L’obiettivo sarebbe riuscire a schierare in teatro poco più di mille uomini, una cifra leggermente superiore a quella degli italiani. In questa maniera Madrid potrebbe chiedere alla Nato il comando della regione Ovest, facendo magari un favore al governo Prodi. Al momento gli spagnoli hanno il comando dell’Fsb, la base avanzata ad Herat, dove si trova anche il generale Antonio Satta, responsabile di tutto il settore ovest. Una compagnia di paracadutisti spagnola, assieme ai fanti della Sassari, costituisce la Forza di reazione rapida di base ad Herat, pronta ad intervenire per qualsiasi emergenza nell’Afghanistan occidentale. Oltre al Prt di Qal i Naw gli spagnoli hanno un distaccamento, che garantisce l’appoggio aereo, a Manas, nel vicino Kirghizistan. Gli italiani, per ora, hanno previsto solo l’invio ad Herat di due aerei senza pilota Predator ed un C 130 da trasporto, che farà la spola con Kabul.
Nell’area sotto il nostro comando le minacce non arrivano solo dai talebani. Sabato scorso un gruppo di banditi ha messo in piedi un posto di blocco nella provincia di Farah per taglieggiare i viaggiatori.

La polizia afghana è intervenuta ed è scoppiato un violento scontro a fuoco. Le previsioni della sicurezza sono fosche: «La presenza di Aog (talebani nda) e Acg (banditi nda) nella zona provocherà ulteriori incidenti nei prossimi mesi».

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