Studiavano le abitudini di Cosa Nostra in cirillico, ammiravano Bernardo Provenzano, tanto da collezionare i dvd de «Il capo dei capi» e vivevano in una villa da sogno. Lombra della mafia russa di allunga sullaccoltellamento di Gkrant Agkatzanian, 31 anni, raggiunto martedì scorso da 15 coltellate in un ristorante in via Veneto. Per il ferimento del greco di origine armena, ora in coma farmacologico, venerdì mattina sono stati arrestati quattro armeni e due ucraini, sorpresi in una dimora in via della Pisana 1080.
Solo David Kazaryan, armeno di 29 anni, è coinvolto nellagguato e dovrà rispondere di concorso in tentato omicidio. Per Oleh Melnyk, ucraino di 33 anni, Vahe Budaghyan, armeno di 37, Aram Saakian, ucraino di 37, Migran Mkrtchian, armeno di 38, e per il presunto capo dellorganizzazione, Artur Asatryan, armeno di 37 anni, laccusa è di detenzione di armi e favoreggiamento. Si sono perse invece le tracce del responsabile del ferimento, sul quale pende un mandato di cattura internazionale.
Il 10 giugno scorso Agkatzanian stava seduto nel locale, dove aveva prenotato un tavolo per due. Le telecamere a circuito chiuso, moltiplicate per larrivo del presidente George Bush, hanno ripreso due uomini, che fuggivano su una Mercedes e tornavano poi per recuperare laccoltellatore. Immagini e intercettazioni telefoniche hanno permesso ai carabinieri di arrivare alla villa, dove venerdì è scattato il blitz. Si temeva, infatti, che il proprietario, Artur Asatryan, ritenuto a capo della banda, stesse per lasciare lItalia. In un cespuglio è stato trovato un sacco con tre pistole semi-automatiche, munizionamento e silenziatori e in cassaforte gioielli per un milione di euro. «Le persone coinvolte hanno mostrato estrema mobilità in Russia, Italia, Francia e altre nazioni - ha detto il colonnello Vittorio Tomasone, comandante provinciale dei carabinieri - lindagine non sarà semplice. Gli interessi in gioco sono notevoli». Asatryan, infatti, che in Italia non ha precedenti penali, ma in Russia è ritenuto vicino a organizzazioni criminali, aveva ingenti disponibilità di denaro e anche un appartamento ai Parioli. Nel nostro Paese è referente di una grossa società per azioni di Mosca, che opera nella ristorazione e che a Roma ha aperto una succursale, versando 100mila euro. Su questa sono in corso le indagini della Dda, coordinate dal procuratore aggiunto Italo Ormanni, che stanno valutando ipotesi di riciclaggio.
«È probabile che laccoltellamento sia frutto di uno sgarbo che la vittima ha fatto alla banda - ha detto Ormanni -.
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