Elezioni in Germania, le proposte dei partiti nel rapporto di Goldman Sachs. Ma dimentica l'Afd

L'istituto americano ha diffuso in questi giorni ai suoi clienti un report sulle elezioni tedesche del 23 febbraio, mettendo in fila tutte le principali riforme dei partiti che, secondo i sondaggi, potrebbero formare il nuovo governo

Elezioni in Germania, le proposte dei partiti nel rapporto di Goldman Sachs. Ma dimentica l'Afd
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La crisi di governo in Germania è iniziata a novembre 2024 con una mossa a sorpresa del cancelliere Olaf Scholz che ha accompagnato alla porta il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, ha spento il cosiddetto “governo semaforo” (ovvero la coalizione tra socialdemocratici, verdi e liberali) e al posto di Lindner ha chiamato l’esponente dell’Spd, Joerg Kukies. Già segretario di Stato presso la cancelleria federale, oltre che braccio destro di Scholz sulle questioni economiche, Kukies è un economista di primo piano che ha ricoperto diversi ruoli strategici in Goldman Sachs fino a diventare amministratore delegato della filiale tedesca. E proprio la banca d’affari americana, in cui ha fatto carriera, ha diffuso in questi giorni ai suoi clienti un report sulle elezioni tedesche del 23 febbraio. Gli analisti di Goldman hanno messo in fila tutte le principali proposte di riforma dei partiti che, secondo i sondaggi, potrebbero formare il prossimo governo. Con un focus su tasse, bollette e lavoro.

I cristiano-democratici di Cdu/Csu hanno posto al centro della propria agenda una sostanziale riforma fiscale, che ridurrebbe le imposte sul reddito personale e sulle società di 80 miliardi di euro. I socialisti dell’Spd e i Verdi si concentrano, invece, su agevolazioni fiscali per le famiglie a basso e medio reddito e sgravi fiscali per le società per gli investimenti, riducendo i ricavi rispettivamente di 20 miliardi e 40 miliardi di euro. A trovare d’accordo tutti i partiti è la riduzione dei prezzi dell’elettricità, principalmente attraverso la riduzione delle spese di rete e delle tasse. La Cdu/Csu si rivolge alle famiglie e ai piccoli utenti commerciali con l'obiettivo di ridurre i prezzi di circa il 10%. La Spd punta anche ai piccoli utenti, riducendo i prezzi dell'elettricità di circa il 13%, e vuole anche estendere i sussidi alle grandi aziende industriali. Proposta, quest’ultima, sostenuta anche dai Verdi.

L’altro punto dei programmi di riforma è l’aumento dell’offerta di manodopera. O partiti principali pianificano di aumentare la migrazione di manodopera e gli incentivi al lavoro per i pensionati. Le opinioni divergono, però, sulla previdenza sociale di base, che la Cdu/Csu vuole rivedere, ponendo maggiore enfasi sulle sanzioni per i beneficiari di sussidi che possono lavorare, mentre socialisti Verdi vogliono estendere le politiche attive del mercato del lavoro. Secondo il report, con una coalizione bipartitica, aumenterebbe le probabilità di una sostanziale riforma fiscale. Un risultato più debole per la Cdu/Csu potrebbe invece consentire alla Spd o ai Verdi di spingere per incentivi fiscali per gli investimenti e costringere i cristiano democratici a trovare un compromesso meno stretto tra politiche economiche e una politica migratoria più rigorosa e politiche climatiche meno rigorose.

Sebbene i cristiano-democratici siano generalmente conservatori dal punto di vista fiscale, i loro piani – aggiunge il report di Goldman - porterebbero probabilmente a un sostanziale deficit a breve termine nelle entrate fiscali e richiederebbero un certo finanziamento in deficit, poiché non ci sono piani esplicitamente formulati per riduzioni sostanziali nelle spese governative. In una coalizione bipartitica con una Cdu/Csu debole o una coalizione tripartitica, i Verdi e i socialisti potrebbero essere in grado di spingere per incentivi fiscali per gli investimenti, una proposta condivisa da entrambi i partiti, invece di una riforma fiscale.

“Una coalizione tripartitica comporta il rischio di cavarsela senza riforme economiche significative”, conclude l’analisi di Goldman Sachs. Che però non tiene conto del ruolo che avrà, post elezioni, l’Afd di Alice Weidel ormai da settimane alla ribalta delle cronache tedesche ed europee anche grazie alla sua “benedizione” da parte di Elon Musk.

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