
Giornata di dichiarazioni, notizie e rumors sul processo di rilancio dell'ex Ilva di Taranto. Mentre il processo di vendita è ancora in corso, ieri è stato raggiunto, al ministero del Lavoro, l'accordo per la proroga della cassa integrazione straordinaria per 12 mesi ai lavoratori di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria (ex Ilva), scaduta il 28 febbraio scorso. Coinvolti in totale - secondo quanto si apprende da fonti sindacali - 3.062 lavoratori rispetto alla richiesta iniziale di 3.400. A firmare l'intesa i rappresentanti dell'azienda e le organizzazioni sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Usb e Ugl.
Intanto, ieri il ministro delle Imprese e del Made In Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato al riguardo del processo di vendita (che vede in ballo Baku Steel e gli indiani di Jindal che, secondo alcune indiscrezioni per ora senza riscontri, avrebbero offerto a Baku di entrare in cordata con il 25%): «Se gli attori dovessero chiederlo potremmo mettere in campo una partecipazione pubblica. Una partecipazione che ci consente di garantire meglio lo sviluppo industriale degli impianti evitando gli errori del passato, che sono stati fatti anche in questo campo». Secondo alcune voci, tra le motivazioni alla base dell'idea dello Stato di rimanere con una quota di minoranza ci sarebbero anche le future necessità di acciaio dovute al riarmo dell'Italia e dell'Europa.
Infatti, la situazione geopolitca e il possibile minor coinvolgimento degli Stati Uniti nella Nato potrebbero rendere necessari massicci investimenti per la Difesa europea: tanto che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha annunciato un piano da 800 miliardi per il riarmo dell'Europa.
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