Marcello Foa, la società oggi ci ricatta: ecco come difendersi

Marcello Foa, ne La società del ricatto, analizza come la "cultura del ricatto" svuoti valori e società, agendo dal debito economico alla politica, tra manipolazione mediatica e character assassination

Marcello Foa, la società oggi ci ricatta: ecco come difendersi
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Marcello Foa resta un osservatore davvero originale della nostra società. I suoi libri, compreso l’ultimo, hanno la capacità di leggere fenomeni sociali sotto punti di vista inediti. Scrive ne La società del ricatto (Guerini e Associati): «Nella nostra società, è come se un virus misterioso fosse entrato nel nostro corpo. Un virus subdolo che ci colpisce in modo sottile, progressivo, quasi invisibile. Non ci uccide ma rovina la nostra esistenza, svuota i nostri valori senza che ce ne rendiamo conto, perché quasi nessuno lo identifica come un male sistemico. Quando ci colpisce tendiamo a considerarlo episodico e talvolta non siamo nemmeno capaci di individuarlo, quindi tendiamo a subirne le conseguenze come se fosse una fatalità. Eppure è un virus tutt’altro che raro, tutt’altro che episodico bensì vieppiù diffuso, fino a diventare sistemico. Nei casi più gravi di contagio, si manifesta a tutti i livelli, dalla macro-realtà delle relazioni internazionali, alla micro-realtà del nostro mondo privato, affettivo e familiare. Quel virus ha un nome: si chiama “cultura” del ricatto. Sì, siamo diventati anche, purtroppo, la società dei ricatto».

Un mercato è libero se si fonda sul debito? Si chiede retoricamente Foa. Vedete, il punto non è ovviamente negare l’esigenza di fare debito in una società capitalistica, in cui l’impresa può aver bisogno di risorse di cui non dispone per fare investimenti che produrranno ritorni nel futuro. Il punto è essere banalmente valutati per il debito che si fa o si ottiene.

Se il ragionamento lo portiamo alla politica le cose non cambiano. Foa fa un esempio molto specifico e tipico di questi tempi: «La più subdola delle guerre politiche oggi si combatte attraverso la character assassination, ossia la distruzione della personalità, che si realizza diffondendo notizie e dettagli imbarazzanti e possibilmente compromettenti relativi alla vita privata o professionale degli uomini politici. Lo strumento prioritario resta la stampa, talvolta in veste passiva, fungendo da cassa di risonanza, talaltra attiva quale fonte primaria.

Nelle sue forme più estreme e riprovevoli le campagne sono così intense, in malafede e strumentali da riuscire a far apparire una persona perbene per un mascalzone e a ingigantire strumentalmente piccoli errori».
Quello di Foa è un libro che fa pensare.

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