Gli Elkann sotto accusa provano a difendersi: "Mai esistito un patrimonio occulto"

"Adempiuto a tutti gli oneri amministrativi e fiscali", sostengono i legali di John, Lapo e Ginevra Elkann dopo il sequestro di 74,8 milioni di euro disposto dalla procura di Torino, aggiunendo che in questi giorni c'è stata una "sequenza di reiterate falsità"

Gli Elkann sotto accusa provano a difendersi: "Mai esistito un patrimonio occulto"
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"Non è mai esistito e non esiste alcun patrimonio occulto dell'eredità Agnelli". I legali che difendono John, Lapo e Ginevra Elkann respingono ogni tipo di accusa mossa a loro carico riguardante la presunta truffa ai danni dello Stato - per cui la scorsa settimana la procura di Torino ha chiesto e ottenuto un maxi-sequestro da 74,8 milioni di euro - per la vicenda vicenda della successione ereditaria conseguente alla morte di Marella Caracciolo, vedova dell'avvocato Gianni Agnelli. "I fratelli Elkann, nominati dalla nonna eredi universali, hanno adempiuto a tutti gli oneri amministrativi e fiscali che spettano ai soggetti che ereditano da persone residenti all'estero, come indiscutibilmente era Marella Caracciolo", proseguono i difensori.

Gli avvocati ribadiscono inoltre "alcuni punti fermi a fronte della sequenza di reiterate falsità che affolla in questi giorni i mezzi di informazione". Per esempio smentiscono il fatto che siano state presentate "dichiarazioni fiscali integrative che hanno fatto emergere patrimoni sconosciuti al fisco italiano", per poi precisare che "i gioielli di cui si parla molto a sproposito erano certamente beni di proprietà di Marella Caracciolo che ne ha disposto in vita come ha voluto". Infine i legali ricordano che, nella galassia di società riconducibili alla famiglia Agnelli, John Elkann "ricopre il ruolo che gli ha assegnato il nonno, secondo uno schema successorio ricorrente da sempre nella famiglia Agnelli che ha assicurato al primo gruppo industriale italiano, uno sviluppo ed una continuità di gestione che ha tagliato il traguardo dei 125 anni".

L'indagine giudiziaria sull'eredità della famiglia ha subito un'accelerazione dopo il sequestro preventivo milionario finalizzato alla confisca di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili avvenuto lo scorso 20 settembre e disposto dai magistrati torinesi. Questo provvedimento ha coinvolto non solo i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, ma anche il commercialista Gianluca Ferrero (presidente della Juventus) e il notaio svizzero Urs Robert Von Grunigen, con accuse di dichiarazione fraudolenta e truffa aggravata ai danni dello Stato italiano legate alla presunta evasione di imposte su redditi derivanti dall'eredità di Marella Caracciolo, scomparsa nel febbraio 2019. Un caso su cui sono ben note le controversie tra la figlia di Gianni Agnelli, Margherita, e i figli di quest'ultima (i tre Elkann).

Secondo la procura del capoluogo piemontese tra il 2015 e il 2019, sarebbero stati sottratti al fisco italiano circa 42,8 milioni di euro, derivanti da una rendita vitalizia e attività finanziarie gestite tramite trust alle Bahamas. Inoltre, viene contestata l'evasione di imposte di successione per circa 32 milioni di euro su un'eredità valutata oltre 800 milioni, che include immobili, opere d'arte, gioielli e quote di fondi d'investimento detenuti in Lussemburgo.

Un'ampia massa ereditaria che avrebbe dovuto essere tassata in Italia, ma che, secondo gli inquirenti, è stata nascosta attraverso strutture finanziarie complesse all'estero. La procura sta indagando per stabilire in che modo queste risorse siano state gestite e se ci siano stati tentativi di eludere le imposte italiane.

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