
“Puntiamo in prospettiva ad almeno uno small reactor per ogni provincia: ogni territorio deve dare il suo contributo, nessuno escluso”. Parla così Claudio Fazzone, senatore di Fi e presidente della commissione Ambiente di Palazzo Madama. Prima del varo del ddl delega sul nucleare del ministro Pichetto, Fazzone era stato l’unico parlamentare a proporre un ddl in materia. Adesso l’auspicio è che il testo del governo inizi la “navetta” proprio dal Senato per accorpare così il suo testo. «Solo così le famiglie italiane cancelleranno l’incubo delle bollette alla fine del mese», racconta al Giornale.
Senatore Fazzone, quali sono le differenze principali tra il modello di sviluppo nucleare proposto nel ddl e quelli adottati in passato dall'Italia?
“I tempi sono cambiati, oggi dobbiamo impegnarci nella attuazione della Strategia Europea dei Cambiamenti Climatici attraverso l’attuazione del mix energetico, in cui la Ue include il nucleare. Nel mio ddl punto sulla tecnologia di nuova generazione da fusione nucleare e anche da fissione, puntando sugli small reactors. Prevediamo un grande impegno del governo sul fronte della ricerca e della partecipazione ai programmi internazionali ed europei, anche promuovendo da subito la costruzione di impianti sperimentali”.
Il disegno di legge prevede la creazione di un’Autorità indipendente per l’energia nucleare. Come funzionerà?
“Il ddl governativo ne ipotizza la istituzione ma ne rinvia la decisione. Il mio ddl ne propone la istituzione immediata per affidargli la regia del processo, dalla regolamentazione tecnica del settore alle istruttorie per le autorizzazioni ed il rilascio delle certificazioni per gli impianti da costruire, ivi compresi l’esercizio del ruolo di controllo, ispezione sugli impianti e vigilanza”.
Come si svilupperà l’Agenzia nazionale per l’Energia nucleare?
“Propongo che nasca sulle ceneri dell’Isin, assorbendone il personale, con il compito di valutare lo stato delle infrastrutture di base necessarie per avviare un Programma Nucleare Nazionale e fornire al governo le indicazioni necessarie per il loro completo sviluppo ed operatività. Vedo in merito una sua stretta cooperazione con l’Enea”.
Come verranno selezionati i siti per le nuove centrali nucleari e quali criteri saranno utilizzati per minimizzare i rischi ambientali e di sicurezza?
“Attraverso una prima fase di confronto con Regioni, Province e Comuni coinvolgendo sui territori associazioni di categoria, ordini professionali ed associazionismo; nella seconda fase ogni regione dovrà indicare i siti candidati sul proprio territorio. I siti candidati riceveranno benefici sulle forniture energetiche per le popolazioni ed imprese locali. Sarà il Governo poi a fare sintesi, anche sulla base delle manifestazioni di interesse delle imprese che si candideranno alla realizzazione con i loro capitali”.
Perché ha scelto di non riproporre i quattro siti di Caorso, Trino, Garigliano e Latina in fase di decommissioning, opzione cui anche Confindustria è favorevole per l’insediamento degli Small Modular Reactor?
“Perché dobbiamo dare un segno di discontinuità rispetto al passato: nell’immaginario collettivo i siti delle vecchie centrali, all’epoca contestati dalle popolazioni locali, sono legati ad un concetto superato di produzione di energia nucleare che si collega facilmente a gravi incidenti e disastri accaduti in altri paesi. Il nucleare pulito di nuova generazione, articolato in una rete di minireattori, deve svilupparsi in tutte le regioni al servizio dello sviluppo locale e con la partecipazione auspicata della imprenditoria locale, a partire dal sistema delle nostre multiutility a partecipazione pubblica. D’altronde, i vecchi siti non sarebbero pronti, devono essere prima bonificati”.
Il ddl prevede incentivi economici per i Comuni situati entro 100 chilometri dai siti nucleari. Ritiene che questa misura possa essere sufficiente a ottenere il consenso delle comunità locali?
“Certamente, il nucleare pulito di nuova generazione è sicuro, e i 100 chilometri vanno bene perché puntiamo in prospettiva ad almeno uno small reactor per ogni provincia. Ogni territorio deve dare il suo contributo, nessuno escluso. Solo così le famiglie italiane cancelleranno l’incubo delle bollette alla fine del mese che incidono pesantemente sui bilanci familiari.
Il ddl prevede l’individuazione del Deposito nazionale entro un anno dall’entrata in vigore. Secondo lei, sarà più facile, una volta approvata la legge, avviarne la realizzazione?
“È una priorità assoluta, oltre che una questione di sicurezza nazionale. Il governo dovrà assumersene la responsabilità decisionale, previo parere dell’Agenzia”.
Sono anche previsti investimenti privati e fondi europei per la costruzione delle centrali?
“No, ad oggi è previsto solo l’impiego di capitali privati per la costruzione, mentre i fondi pubblici dovranno essere impiegati da subito per ricerca e sviluppo”.
Il ddl affronta un tema che ha sempre generato una forte opposizione politica e sociale. Nonostante i sondaggi rivelino che una maggioranza di italiani è favorevole a valutare i benefici di questa tecnologia, non teme la solita battaglia ideologica dei “professionisti del no”?
“Le guerre ormai nascono solo per interessi energetici, la sicurezza europea è fondata esclusivamente
sulla capacità di approvvigionamento energetico, e la competitività del nostro sistema imprenditoriale si gioca sul costo dell’energia, a causa del quale i nostri prodotti costano mediamente un terzo in più dei concorrenti”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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