
L'ultima settimana è stata un po' diversa dal normale nella mente della popolazione che si è abituata a vivere bene in funzione di ciò che sembra essere il convivere tutti i giorni in maniera civile.
Se partiamo infatti dalla domanda specifica, vediamo che il «grado di sicurezza» nella vita di tutti i giorni ha cifre di riferimento molto simili a quelle di sempre: tre italiani su 4 infatti si dichiarano «sicuri» nel luogo in cui vivono e coloro che si dichiarano «insicuri» lo sono per ragioni del tutto «banali» cioè, in maggioranza, citano la piccola criminalità, la presenza di extracomunitari, l'esistenza della criminalità organizzata mentre solo marginalmente sono disturbati dal «pericolo di guerra».
Questo indicatore di soddisfazione del livello di sicurezza della società in cui viviamo viene oggi perturbato da elementi esterni come la preoccupazione per un conflitto generale, che in un certo senso è più forte tra coloro che votano a Sinistra.
Da questa lettura della sicurezza presente in Italia deriva una ostilità di principio degli italiani al riarmo dell'Europa e una ostilità ancora più forte al riarmo dell'Italia.
Passando alle conseguenze che può avere il riarmo italiano, la maggioranza degli italiani, più a Sinistra che a Destra (ma con lievi differenze), pensa che le relazioni internazionali dell'Italia a causa del riarmo possano tendere naturalmente a peggiorare.
Tra i giudizi positivi sul riarmo in ogni caso emergono due ragioni abbastanza significative pressoché alla pari, «una maggior stabilità geopolitica» e «una maggiore sicurezza per il Paese».
In ogni caso una cosa appare assai probabile cioè che il fare la guerra è molto lontano dalla nostra mentalità, forse anche perché la quasi totalità della popolazione attuale (a differenza del sottoscritto) non ha mai conosciuto cosa significhi la guerra nella sua distruttività materiale e morale.
E siccome la guerra viene rimossa, la continuità dell'«essere in pace» rafforza i giudizi positivi sul presidente della Repubblica come sulla presidente del Consiglio e soprattutto stabilizza le intenzioni di voto sia a Destra che a Sinistra.
In definitiva gli italiani manifestano con pochi «se» e altrettanto pochi «ma» il loro profondo desiderio di vivere in pace come adesso, magari con qualche miglioramento delle condizioni di vita che, sotto sotto, chiedono a chi è al governo.
Sono le cose da sempre chieste a chi governa saggiamente il proprio Paese, espresse in chiare parole circa 20 secoli fa dall'imperatore romano Claudio quando ha preso il potere: «Cosa vuole la nostra gente? Panem et circenses», oggi come oggi traducibili in «pane e giochi», ovviamente si tratta, per i giochi, di quelli moderni mentre il pane sempre pane è.
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