
Al terzo posto del podio dei peggiori questa settimana troviamo Luciana Littizzetto. È una comica e dovrebbe farci ridere. Ma in più di un'occasione ci ha fatto solo storcere il naso e arrabbiare. Questione di gusti, per carità. La vis comica non si processa, mai. Salvo quando la battuta non è più tale ma diventa un attacco volgare. Ed è proprio quello che è successo giorni fa a Che tempo che fa, nel salotto di Fabio Fazio sulla Nove. Durante la trasmissione la Luciana nazionale ha sostenuto (testuali parole) che "noi italiani non siamo capaci di fare le guerre, facciamo cagarissimo a combattere". Da sempre siamo abituati alle volgarità con cui infarcisce la propria comicità, e non siamo certo così bacchettoni da scandalizzarcene. Ma quella contro i nostri soldati è una battuta che non fa ridere. Anzi, non è proprio una battuta. Chiediamo, anzi pretendiamo, rispetto per chi ogni giorno mette la propria vita al servizio del Paese difendendo anche la libertà della Littizzetto a non far ridere.
Al secondo gradino del podio abbiamo, poi, il sindaco Roberto Gualtieri. Il Comune di Roma ha messo mano al portafogli e, attraverso la partecipata Zètema, ha coperto parte dei costi della manifestazione "Una Piazza per l'Europa" promossa da Michele Serra sul quotidiano Repubblica. Carte alla mano, come dimostrato nei giorni scorsi dal Giornale, sono stati pagati l'allestimento, l'assistenza tecnica, il noleggio degli impianti, i video operatori, le luci, gli schermi al led. E via dicendo. Per un totale di oltre 200mila euro. È bene ricordarlo: tutti soldi pubblici, quindi anche nostri. E, se per il Campidoglio è tutto normale, per noi lo è un po' meno visto che la manifestazione era tutt'altro che bipartisan. Più che una piazza pro Europa, era una piazza contro chi vuole un'Europa diversa da quella che hanno in mente loro.
Al primo posto c'è la sinistra - tutta quanta, dal Partito democratico ad Avs - in crisi di nervi dopo le critiche di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene ("Non so se quella è la vostra Europa, ma certamente non è la mia"). Critiche sacrosante e condivisibili a uno scritto infarcito di passaggi controversi e di idee tutt’altro che democratiche. E sono proprio queste le idee che piacciono alla sinistra che si è subito ricompattata mettendo in scena una pantomima ridicola. Insurrezione in Aula con proteste, accuse di apologia di fascismo e oltraggio alla memoria europea e persino pianti a dirotto. "Presidente Meloni, si inginocchi davanti ai padri di Ventotene", ha urlato il dem Federico Fornaro prima di scoppiare in lacrime.
Poi, in serata, è stata la volta del comizio di Roberto Benigni su Raiuno. Uno psicodramma collettivo che àncora le opposizioni a un passato che non passa e che svela come il sogno di un super-Stato che assoggetti i popoli batta ancora nei loro cuori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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