Liberati altri tre ostaggi. La tregua (per ora) regge

Dopo le minacce, il solito show di Hamas sulla pelle dei rapiti. Tel Aviv rilascia 369 detenuti palestinesi

Liberati altri tre ostaggi. La tregua (per ora) regge
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Ancora una sfilata sul palco, a Khan Younis, un nuovo show propagandistico di Hamas, anche se questa volta gli ostaggi sono apparsi in migliori condizioni. Ieri i militanti palestinesi hanno liberato Sagui Dekel-Chen, israelo-americano di 36 anni, Sasha Trufanov, israelo-russo di 29 anni, e il 46enne Iair Horn, israelo-argentino. Dopo alcuni giorni di tensione che hanno rischiato di far saltare la tregua a Gaza, il sesto round di scambi ha avuto luogo. La cerimonia tra vessilli verdi, musica e kalashnikov, è arrivata dopo che i tre rapiti sono stati tenuti prigionieri per 498 giorni: erano stati presi in ostaggio il 7 ottobre 2023 nel kibbutz di Nir Oz. Ieri indossavano tute da ginnastica, un cambiamento rispetto al precedente rilascio in cui gli uomini erano vestiti come prigionieri o soldati. I tre sembravano essere in condizioni fisiche accettabili rispetto agli ostaggi liberati la scorsa settimana. Immagini che allora hanno scioccato Israele e scatenato un'ondata di rabbia. Sul palco, sono stati costretti a tenere brevi discorsi. Hanno esortato il governo israeliano a proseguire con la fase successiva dell'accordo e a riportare a casa tutti i rapiti.

A Tel Aviv, i parenti hanno esultato quando hanno visto le immagini della loro liberazione. Centinaia di persone si erano radunate anche in Piazza degli Ostaggi. Subito dopo, Dekel-Chen, imprenditore e appassionato di tennis, è stato informato di avere una terza figlia, la piccola Shachar, nata due mesi dopo il suo rapimento, ha festeggiato il suo primo compleanno a dicembre senza il padre. A Trufanov, che nella vita fa l'ingegnere, invece, è stato comunicato che il suo papà Vitaly è stato ammazzato nel massacro del 7 ottobre. Sasha era stato preso in ostaggio insieme alla nonna Irena Tati, la madre Yelena e la sua ragazza, Sapir Cohen, tutte e tre liberate nel novembre 2023. Mentre per Horn, che gestisce il pub del kibbutz, c'è ancora da soffrire perché suo fratello Eitan, è ancora prigioniero. Israele ieri in cambio ha rilasciato 369 detenuti palestinesi, tra cui 36 terroristi che scontano l'ergastolo, e altri 333 arrestati a Gaza dopo il 7 ottobre. Tra questi c'è anche Ahmed Barghouti - messo in carcere insieme a Marwan Barghouti nel 2002 - condannato a 13 ergastoli per una serie di attacchi terroristici in cui hanno perso la vita 12 israeliani.

I rapitori mascherati hanno consegnato ai tre ostaggi i consueti «regali», un «certificato di rilascio» e un ricamo che mostra una mappa dei confini rivendicati della Palestina. A Horn è stata anche data una clessidra con le immagini dell'ostaggio Matan Zangauker da consegnare a sua madre, Einav, con il testo: «Il tempo sta per scadere». Matan non è destinato a essere liberato nella prima fase dell'accordo. Sul palco c'era pure una foto del leader di Hamas ucciso Yahya Sinwar che guarda la Cupola della Roccia sul Monte del Tempio a Gerusalemme con la didascalia: «Nessuna migrazione tranne che a Gerusalemme», una frecciata a Donald Trump e al suo piano per Gaza.

Un altro manifesto mostrava immagini aeree delle comunità e delle basi dove Hamas ha compiuto i massacri il 7 ottobre, con la scritta: «Abbiamo attraversato rapidamente». L'area del palco era isolata da uomini armati e mascherati.

Ma non si è ripetuta la consegna caotica come nel caso della liberazione di Arbel Yehoud e Gadi Mozes, condotti in mezzo a una folla inferocita vicino alla casa demolita di Sinwar. Anche ieri uomini armati di Hamas pattugliavano sul tetto di un edificio distrutto. L'area era completamente circondata da palazzi rasi al suolo e macerie.

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