
Anch’io, come lei e il lettore che si firma Pos, ho sempre pensato che il modo migliore per togliersi dalla testa il primo amore fosse quello di rivederlo. Osservargli addosso i cambiamenti che il tempo sa offrire in maniera tanto spietata e forse anche ridimensionare il nostro modo di pensare a un sentimento che ormai ha l’unico vantaggio di non essere più «reale» (termine orrendo, con tutto ciò che si porta dietro), trascinarlo giù dal piedistallo sul quale si finisce sempre col sistemare il passato. Ed è esattamente per questo che giusto qualche mese fa ho deciso di rivedere Matteo. Ci eravamo incrociati una volta anni fa nel luogo di villeggiatura dove entrambi abbiamo una casa ma che io ho smesso di frequentare assiduamente da tempo. Ma dall’ultimo incontro era già trascorso un secolo. Fatto sta che la mia vita stava andando così così, mi sentivo frustrata, incompresa, arrabbiata con il mio compagno e continuavo a pensare a ciò che avevo lasciato indietro. Quando mi sono resa conto di pensarci troppo, di ingigantire la storia vissuta e ormai finita, di ricordare solo cose che me la facevano rimpiangere, proprio per disfarmi di quella fissazione romantica ho deciso di rivedere Matteo. Non lo avessi mai fatto. Lungi dal deludermi, lungi dall’essere distante anni luce da come lo ricordavo e, peggio ancora, da ciò che ricordavo di noi due assieme. La stessa complicità magica di chi si conosce da sempre e si ama semplicemente perché si sceglie, non per sovrastrutture, opportunità, «ragionamento». Ho capito che è l’uomo della mia vita. E adesso?
Caterina
E adesso? Caterina... So troppo poco della sua vita per poterle suggerire cosa fare, posto che ne sarei in grado sapendone di più. Ignoro se lei e Matteo siate sposati con altre persone, se abbiate figli o relazioni importanti perché in questo caso, mi duole dirle, io tendo ad elargire consigli «conservativi». Comprendo benissimo il fascino del primo amore, e ancora di più la difficoltà di «sfascinarci» della versione giovane, deresponsabilizzata e ancora «in potenza» di noi stessi e anche, talvolta, la tentazione di fuga dalla concreta routine sentimentale. Ma si tratta, appunto, di nostalgie e di tentazioni.
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