"L'Ucraina è stata invasa e noi vogliamo preservarla. Inutili però i vertici ristretti"

Parla il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti: "Per la Casa Bianca l'intesa si deve trovare. L'Europa parli una sola voce"

"L'Ucraina è stata invasa e noi vogliamo preservarla. Inutili però i vertici ristretti"
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Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, è stato giusto convocare, come ha fatto il presidente Macron, un vertice ristretto sulla questione ucraina?

«Ieri c'è stato un altro vertice in cui Macron ha dialogato con altri Paesi. È chiaro che così si rischia di generare un po' di confusione. Un confronto sarebbe stato meglio farlo con tutti i membri dell'Ue, eventualmente allargando anche l'invito a quei Paesi che sono in procinto di aderire, come quelli dei Balcani occidentali o la Gran Bretagna che è parte integrante dell'Europa. Devo dire anche che alcuni vertici non andrebbero enfatizzati più di tanto, perché se poi non si arriva a una conclusione si dà l'immagine di una Europa spaccata».

La Francia evoca un impegno diretto dell'Europa in Ucraina. Qual è la posizione dell'Italia?

«Stiamo parlando di operare in un territorio dove c'è uno scenario di guerra. Credo che una eventuale missione di peacekeeping debba avvenire sotto il cappello dell'Onu, ma stiamo parlando di qualcosa che allo stato non esiste».

È ancora possibile, in questo nuovo contesto geopolitico, assicurare una pace rispettosa della sovranità e dell'integrità territoriale di Kiev?

«L'Ucraina è stata invasa e questa è la certezza, la guerra non l'ha cercata, l'ha subita. Ha resistito per tre anni nonostante abbia un quinto della popolazione della Russia, un decimo delle truppe e un centesimo delle armi. Quindi, non penso si possa ipotizzare di sedersi a un tavolo della pace mettendo sul piatto la spada di Brenno. Bisogna preservare l'Ucraina nell'accordo di pace. Non dimentichiamo che noi cedemmo la zona B alla fine della Seconda Guerra Mondiale e Trieste tornò all'Italia soltanto nel 1954».

Cosa ne pensa del via libera di Putin all'ingresso dell'Ucraina nell'Ue ma non nella Nato?

«L'adesione dell'Ucraina all'Ue non dipende da Putin, dipende dalla volontà di chi governa in Ucraina e dei 27 che compongono l'Unione europea. Non c'è una concessione di Putin, sarebbe come se qualcuno andasse a comprare le sigarette e le pagasse con il portafoglio di un altro. Sull'adesione alla Nato, che è sul tavolo e penso sia dirimente, bisogna vedere che ruolo si vuole dare alla stessa. Sempre che qualcuno non svaluti la Nato come ha fatto Macron un po' di tempo fa...».

È preoccupato delle posizioni espresse da Donald Trump nell'ultima conferenza stampa a Mar a Lago sull'origine della guerra?

«Decodifico così: il ragionamento è che russi e ucraini non avrebbero dovuto iniziare questa guerra e avrebbero dovuto trovare un accordo fin dall'inizio. Che gli Stati Uniti abbiano sostenuto militarmente l'Ucraina è stato gli occhi di tutti, così come lo ha fatto l'Europa, che ha applicato delle sanzioni dure. In più, l'Italia ha affrontato una situazione difficile visto che l'80% del gas lo importava dalla Russia. Tutte queste cose non si possono dimenticare. L'obiettivo dell'Europa deve essere di sedersi al tavolo, ma parlando con un'unica voce. Possibilmente bisogna dare l'idea di non essere un volgo disperso che voce non ha, perché così di strada se ne fa poca.

I rapporti con Washington?

«Occorre un dialogo con gli Stati Uniti.

Trump oggi ritiene che l'Europa sia stata più proiettata a farsi difendere dagli Usa che a pensare al proprio sistema di difesa. Ma anche Trump deve convenire sul fatto che l'Europa è sempre stata al fianco degli Stati Uniti».

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