Mazzette in cambio di visti. La Finanza scoperchia il racket denunciato da Fdi

Cinque arrestati tra cui due impiegati in un'ambasciata. Inchiesta partita dall'attività del deputato Di Giuseppe

Mazzette in cambio di visti. La Finanza scoperchia il racket denunciato da Fdi
00:00 00:00

Visti di ingresso dal Bangladesh all'Italia in cambio di soldi, regali, vacanze, soggiorni di lusso, biglietti aerei Roma-Dubai, investimenti immobiliari negli Emirati. Due dipendenti della Farnesina, impiegati all'ufficio visti dell'ambasciata italiana in Bangladesh sono stati arrestati ieri dalla Guardia di Finanza su richiesta della Procura di Roma che li accusa di corruzione con altre quattro persone. I due funzionari pubblici, Nicola Muscatello e Roberto Albergo sono ai domiciliari. In carcere sono finiti due bengalesi, Nazrul Islam e Hossain Baleyet Patwari, accusati di istigazione alla corruzione, corruzione, e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina aggravato. Sarebbero stati al centro di un traffico di permessi di soggiorno con cui avrebbero aggirato il decreto flussi e fatto entrare illegalmente in Italia decine di migranti bengalesi. Il numero è indefinito, ma per i pm, ci troviamo di fronte a un «giro d'affari immenso consumato sulla pelle degli immigrati, costretti a pagare somme esorbitanti» per i visti. Il modus operandi, secondo i magistrati, sarebbe stato ben rodato: Islam e Patwari si sarebbero fatti pagare dai connazionali che volevano venire in Italia una cifra tra i 7mila e i 15mila euro a permesso. Somme da dividere in parte con i due funzionari dell'ambasciata italiana a Dacca che avrebbero agevolato le pratiche in cambio di denaro. E in parte con datori di lavoro italiani compiacenti che avrebbero inoltrato domande di assunzioni fittizie, necessarie ai migranti per ottenere il visto di ingresso. I due bengalesi avrebbero potuto contare, scrivono i pm, su «l'impressionante numero di imprenditori compiacenti disposti a farsi intestare, in cambio di denaro, richieste di assunzioni fittizie».

Per il gip il funzionario Albergo, avrebbe «palesemente venduto per anni, la propria funzione all'interno del settore dei visti» a uno degli imprenditori bengalesi, «dal quale era ricompensato in ogni sua richiesta». Così, per esempio, scriveva a Patwari: «Fratello ho bisogno di un iPad per domani, puoi comprarlo per me?». «Domani lo compro», rispondeva il bengalese. Ma chiedeva anche altri Iphone e iPad per la famiglia, per «farli felici». Oltre al denaro, migliaia di euro, i viaggi: «Fratello, questo è Royal Safari. Avrai tutti i servizi Vip, inclusi cibo e alcol e un maggiordomo». E orologi: «Rolex is ok?». «Yes». Per il gip sarebbero state «del tutto inverosimili» le spiegazioni date da Albergo nell'interrogatorio davanti ai pm.

Le indagini sono partite dalla denuncia di deputato di FdI eletto all'estero, Andrea Di Giuseppe, avvicinato da Islam nel tentativo di coinvolgerlo nella rete. Di Giuseppe ha registrato conversazioni che hanno fatto partire le indagini che hanno poi portato agli arresti di ieri. Il raggiro del decreto flussi è stato anche oggetto di un esposto della stessa premier Meloni, che nei mesi scorsi si era rivolta al Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo.

Il dato allarmante è che i bengalesi arrestati si sarebbero avvalsi anche di «entrature presso le istituzioni pubbliche», in particolare nelle Prefetture, all'interno dei servizi immigrazione dove viene rilasciato il nulla osta. Anche qui, grazie alle «tangenti che Islam paga a dipendenti della Prefettura», si legge nell'ordinanza del gip. Il presunto sistema illecito sarebbe andato avanti almeno dal 2019 al 2022. Tanto che per i pm uno dei bengalesi «vanta un patrimonio privilegiato di collegamenti ed informazioni poiché da anni ha intessuto una fitta rete di relazioni istituzionali».

E «oltre a conoscere le insidie della legge conosce i soggetti giusti da corrompere, all'interno dell'Ambasciata». Per il gip un'attività illecita «odiosa, grave, di approfittamento di persone in situazione di minorata difesa e scarse possibilità economiche».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica