
Qual è la risposta da parte dei cittadini di un quartiere bene della capitale d'Italia se un'istituzione indispensabile per l'integrità morale del Paese, ovvero il cantiere del Museo della Shoah, viene coperto di escrementi, di svastiche, se una testa di maiale vi viene depositata, se frasi inneggianti a Hamas e all'odio per Israele e gli ebrei lo sfregiano?
È la stessa reazione che hanno avuto in varie città d'Europa i passanti che hanno strappato i manifesti coi volti dei bambini Bibas, della loro mamma Shiri, dei rapiti e degli assassinati da Hamas. Questo hanno fatto i cittadini di Via Torlonia firmando un disgustoso esposto che chiede di spostare il museo «in un'altra area a Roma, più ampia e meno popolata».
Nel deserto.
Hanno paura. Della memoria del maggior crimine contro l'umanità della storia non gli interessa nulla, li preoccupa che si possa disturbare la loro passeggiata. Non chiedono di perseguire i delinquenti, di acchiapparli, tantomeno di difendere la memoria della shoah, che certo non riguarda solo gli ebrei. Anzi, adesso che (scrivono proprio così) il 7 ottobre 2023 ha segnato una svolta, si rivaluti «il momento storico e geopolitico». Per loro non è quello dei 1200 innocenti uccisi solo perché ebrei, ma quello che deve cancellare la costruzione del Museo della Shoah. Benvenuto all'antisemitismo perbene.
Il comune deve cancellare la delibera, chiedono, la storia della Shoah è pericolosa per la salvaguardia della quiete del quartiere. Chissà se una lettera così vile sarebbe stata scritta se si fosse trattato di un museo sul femminismo vandalizzato, o dell'islam, o dell'immigrazione la gente di Villa Torlonia non sarebbe intervenuta per salvaguardare nobilmente la pluralità? Ma gli ebrei non è di moda cercare di capire chi sono gli oppressi e chi gli oppressori, l'antipatia per Israele a cena si porta molto.
La Shoah la vadano a ricordare più in là, tanto più che
oggi opprimono i Palestinesi. Dunque, il manifesto coi bambini Bibas i firmatari lo avrebbero strappato; quello con un gatto perduto invece lo avrebbero studiato, annotando il numero di telefono dei proprietari infelici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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