Agata Marianna Giannino

Foto profilo di Agata Marianna Giannino

Napoletana cresciuta in provincia. Nata nel 1983 ad Avellino. Mi avvicino al giornalismo dopo la laurea specialista in Finanza conseguita presso l’università Federico II. Messi da parte circa due anni di esperienze lavorative in ambito bancario-finanziario, nel 2014 inizio a collaborare con il quotidiano “Roma”, per il quale ho scritto per 4 anni articoli di cronaca, principalmente nera, negli ultimi anni anche giudiziaria. A marzo del 2017 il Giornale.it mi apre le sue porte. Da allora ho iniziato a familiarizzare con i programmi di videomaking, col solo obiettivo di raccontare storie anche attraverso le immagini. Sono una runner senza pretese. Amo scattare foto, lo faccio per diletto. Quando posso, mi impegno a titolo volontario in progetti per il sociale.

Deserto e silenzioso. Così si presenta il parcheggio dove, a Napoli, è avvenuto lo stupro di una donna, un’infermiera di 48 anni violentata in pieno giorno, alla luce del sole, in una città ancora ammutolita dal lockdown imposto dall’emergenza coronavirus. La vittima dello stupro è stata sorpresa da uno sconosciuto mentre aspettava, sola, il suo autobus. Su quella banchina oggi sono ancora in pochi ad attendere, e tra gli utenti ora c’è chi ha paura, soprattutto tra le donne. Il parcheggio dove si è consumata la violenza è adiacente alla stazione centrale di Napoli. Le restrizioni imposte per contenere il contagio da Covid-19 hanno abbattuto il caos che solitamente attanaglia quella zona compresa tra la stazione, piazza Garibaldi e le strade circostanti, ma non ha azzerato gli atavici problemi legati alla presenza di delinquenti, tossicodipendenti, di senzatetto, ai commerci illegali, allo spaccio. Da tempo, poi, residenti e commercianti lamentano disagi per il bivacco di immigrati

Agata Marianna Giannino
Stupro a Napoli, paura e pericoli nel luogo del dramma

Chiusura, licenziamenti, blocco degli investimenti. Sono queste le previsioni per il futuro di molti piccoli imprenditori. La ripartenza si avvicina, ma le restrizioni che bisognerà rispettare per ricominciare dopo il lockdown e la mancanza di sostegni economici adeguati lasciano intravedere solo un futuro incerto, per qualcuno già inesistente

Agata Marianna Giannino
"Noi, piccoli imprenditori a rischio chiusura dopo il lockdown"

I piccoli imprenditori temono di non riuscire a ripartire con la fine del lockdown. Molti saranno costretti a licenziare. Chi stava progettando di allargarsi, ora deve fermarsi per provare a restare a galla

Agata Marianna Giannino
Il grido dei piccoli imprenditori: "Così lo Stato ci mette le manette"

In piena pandemia da Covid-19 non sono passate inosservate le code davanti al banco dei pegni. A Napoli attese di almeno un'ora per accedere allo sportello

Agata Marianna Giannino
La fila per il banco dei pegni ​Gli italiani ora si tolgono l'oro

Da quando in Italia è iniziato il lockdown, anche per entrare nel banco dei pegni bisogna attendere a lungo all’esterno. A Napoli per accedere allo sportello di via San Giacomo bisogna aspettare almeno un’ora. E fuori si creano file che oggi forniscono una rappresentazione della crisi economica generata dall’emergenza coronavirus

Agata Marianna Giannino
In fila al banco dei pegni
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