Da ieri è necessario avere il green pass anche per prendere i mezzi del trasporto pubblico locale e regionale. L'obbligo è scattato, ma siamo andati a verificare se effettivamente viene rispettato. Abbiamo fatto un giro tra le stazioni e le fermate degli autobus di Napoli per capire come stanno procedendo i controlli
Ambulanze e auto in coda davanti al pronto soccorso e, nelle lunghe attese, i malati assistiti nelle proprie macchine. Con l’avanzare del contagio da Covid sono queste le scene che si sono presentate all’esterno dell’ospedale Cotugno di Napoli, ospedale di riferimento in Campania per le malattie infettive. Ne abbiamo parlato con il responsabile del pronto soccorso
Sono tanti gli immigrati che a Napoli sono diventati devoti a San Gennaro. Arrivati da lontano e attaccati al Santo come chi a Napoli ci è nato
Anche i migranti sono contrari alla sanatoria voluta dal ministro Bellanova. A Napoli hanno manifestato contro la regolarizzazione dei senza documenti prevista dal decreto Rilancio. Ritengono che agevoli solo chi vuole speculare sugli immigrati irregolari, e che escluda una vasta fetta di lavoratori in nero, quelli impiegati in settori d’impresa non contemplati nel provvedimento del Governo. In una ventina si sono presentati davanti alla Prefettura, in piazza del Plebiscito e hanno intonato cori contro quella che definiscono una "sanatoria truffa". Il Movimento migranti e rifugiati di Napoli ha promosso la protesta appoggiata da Potere al Popolo
Un operaio si è messo il cappio al collo e ha chiesto di incontrare il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Protagonista della protesta esterma è stato l'ex cub Giovanni D'Errico, che davanti al palazzo municipale ha chiesto per lui e i suoi 240 colleghi la stabilizzazione lavorativa in Asìa, la partecipata del Comune che si occupa della raccolta dei rifiuti urbani
Deserto e silenzioso. Così si presenta il parcheggio dove, a Napoli, è avvenuto lo stupro di una donna, un’infermiera di 48 anni violentata in pieno giorno, alla luce del sole, in una città ancora ammutolita dal lockdown imposto dall’emergenza coronavirus. La vittima dello stupro è stata sorpresa da uno sconosciuto mentre aspettava, sola, il suo autobus. Su quella banchina oggi sono ancora in pochi ad attendere, e tra gli utenti ora c’è chi ha paura, soprattutto tra le donne. Il parcheggio dove si è consumata la violenza è adiacente alla stazione centrale di Napoli. Le restrizioni imposte per contenere il contagio da Covid-19 hanno abbattuto il caos che solitamente attanaglia quella zona compresa tra la stazione, piazza Garibaldi e le strade circostanti, ma non ha azzerato gli atavici problemi legati alla presenza di delinquenti, tossicodipendenti, di senzatetto, ai commerci illegali, allo spaccio. Da tempo, poi, residenti e commercianti lamentano disagi per il bivacco di immigrati
Chiusura, licenziamenti, blocco degli investimenti. Sono queste le previsioni per il futuro di molti piccoli imprenditori. La ripartenza si avvicina, ma le restrizioni che bisognerà rispettare per ricominciare dopo il lockdown e la mancanza di sostegni economici adeguati lasciano intravedere solo un futuro incerto, per qualcuno già inesistente
Da quando in Italia è iniziato il lockdown, anche per entrare nel banco dei pegni bisogna attendere a lungo all’esterno. A Napoli per accedere allo sportello di via San Giacomo bisogna aspettare almeno un’ora. E fuori si creano file che oggi forniscono una rappresentazione della crisi economica generata dall’emergenza coronavirus
Il suono della tromba ha accolto a Saviano il feretro del sindaco. Siamo in piena pandemia, i funerali sono vietati, non si può uscire se non quando è strettamente necessario, e sono vietati gli assembramenti. Ma, in barba alle regole imposte per impedire il contagio da Covid 19, nel piccolo comune del Napoletano centinaia di persone sono scese in strada per l’ultimo saluto al sindaco Carmine Sommese, medico chirurgo, deceduto a causa del coronavirus. Tra lacrime e applausi, con i palloncini tricolore, e tanto di protezione civile a garantire l’ordine pubblico, centinaia di persone hanno affollato il centro cittadino, mettendo a rischio se stesse e l’intera comunità. Il tutto sotto lo sguardo dei carabinieri. Al seguito del carro funebre anche componenti dell’amministrazione comunale, che dal municipio hanno accompagnato la salma a piedi per decine di metri. Una sosta nei pressi del comune, fascia tricolore alla moglie del primo cittadino in lacrime, poi verso il cimitero. Eppure la famiglia del sindaco aveva invitato a restare a casa
Il distanziamento sociale, la pulizia degli ambienti e l’igiene personale, soprattutto il lavarsi le mani, sono alcune delle regole principali da seguire per prevenire il contagio da Covid-19. Ma in luoghi dove le condizioni igienico-sanitarie sono precarie, dove mancano i servizi minimi essenziali e le abitazioni sono baracche, spesso sovraffollate, queste raccomandazioni diventano difficili da seguire. Siamo stati in un campo rom abusivo, a Giugliano, in provincia di Napoli, un insediamento ai margini della città dove vivono circa 80 famiglie: quasi 500 persone, di cui più della metà sono minori. Loro, hanno saputo dell’emergenza coronavirus dalla televisione, quella che riescono a vedere perché si sono allacciati illegalmente alla rete elettrica. Fino a qualche mese fa nel campo non avevano nemmeno l’acqua corrente. Si contano sulle dita di una mano gli abitanti della baraccopoli che indossano una mascherina. Qualcuno le ha realizzate a mano per i familiari. La paura per il virus c’è ma non ha cambiato i rapporti sociali nell’insediamento. L’unico distanziamento che mettono in pratica nel campo è da quel mondo esterno da cui già erano emarginati