In giro per Napoli con una tanica sul viso: “Così mi proteggo dal virus”

Una tanica in plastica è la visiera che un pensionato usa a Napoli per proteggersi dal virus. L'anziano indossa il particolare caschetto protettivo per uscire in sicurezza. E non passa inosservato ai passanti

In giro per Napoli con una tanica sul viso: “Così mi proteggo dal virus”

“Mi devo riguardare la salute” dice allargando le braccia. Dei conoscenti lo fermano, si presta a una fotografia e va via. “È una bravissima persona, io lo conosco bene”, afferma uno di loro. Pasquale non passa inosservato. Percorre le strade del centro di Napoli con il volto coperto da una tanica in plastica. È la sua protezione dal virus. “È semplice da realizzare”, dice. “L’idea mi è venuta andando a comprare il vino”, racconta. “I dispositivi che vendono costano troppo – spiega - e io mi devo proteggere”.

In una via Toledo dove non mancano i passanti, la sua particolare visiera attira l’attenzione di tutti a ridosso dei negozi chiusi per coronavirus. Con la sua trovata, chiunque si volta a guardarlo. Davanti agli sguardi insistenti continua a camminare. Con un braccio regge una busta per la spesa di quelle riutilizzabili, e con una mano impugna una bolletta. Rivolge a tutti un sorriso con gli occhi. La bocca è nascosta da una mascherina di stoffa realizzata in casa. Non si risparmia a chi lo blocca per chiedergli una foto. La sua visiera con tappo giallo colpisce tutti. “Bellina, complimenti”, gli dice un uomo che si ferma per uno scatto. In un attimo lo circondano per fargli foto e video e complimentarsi per la sua invenzione homemade, semplice ed esclusiva. Con garbo Pasquale non si sottrae a nessuno. “Ho 73 anni e ci tengo tanto, voglio vivere ancora. Ho un mutuo da pagare che finisce tra 6 anni – spiega – e non voglio lasciarlo a mia nipote”.

La necessità aguzza l’ingegno, si dice. Così Pasquale, da quel contenitore che usava per comprare il vino sfuso, ha pensato di ricavare la sua protezione per il viso. Ha tagliato il fondo e lo ha diviso in due in modo da ottenere quel caschetto trasparente che gli permette di respirare e di provare a difendersi dal Covid-19. “Sono un pensionato delle Ferrovie, però prendo 1150 euro al mese”, dice. E si apre su alcune questioni che riguardano la sua vita privata. “Comunque parliamo di altre cose, voglio stare sempre allegro”, esorta sorridendo, con una gentilezza che colpisce come il suo particolare caschetto protettivo autoprodotto, che si è divertito a personalizzare con una bocca disegnata con un pennarello e delimitandone la superficie all’altezza degli occhi con dei bastoncini.

Pasquale sembra che sia molto conosciuto in zona. Vive nei Quartieri Spagnoli. “Vedi – dice mostrando una foto sul cellulare che tira fuori dalla giacca – questo è il murales che mi hanno dedicato, perché sono uno dei più vecchi dei Quartieri Spagnoli, si trova a largo Baracche”. Quell’immagine lo illumina, prima di andare via davanti allo stupore dei passanti. Appare buffo, in realtà prova solo a proteggere se stesso e la sua famiglia, disinteressandosi del giudizio degli sconosciuti.

Pasquale non è stato l’unico a farsi riconoscere a Napoli per il ricorso a particolari rimedi protettivi contro il coronavirus. L’immagine dell’anziano immortalato, sempre in via Toledo, con una maschera da sub è diventata virale quando il Covid-19 ancora non costringeva a chiudere l’Italia intera.

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