"Dopo 38 anni d'attesa finalmente mi sento di nuovo un vero attore"

Recitò da ragazzo nei "Goonies" e nel "Tempio maledetto" di Spielberg poi la carriera stroncata: "Volevo disperatamente fare questo mestiere"

"Dopo 38 anni d'attesa finalmente mi sento di nuovo un vero attore"

Fra il film Indiana Jones e il tempio maledetto, del 1984, e Everything Everywhere all at once passa un arco temporale di 38 anni. Ke Huy Quan, arrivato in America da profugo, ne aveva 13 quando recitò con Harrison Ford nella saga di Indiana Jones, ne ha 51 adesso. In mezzo c'è stata una lunga, forzata pausa dalla recitazione. La sua carriera, dopo i successi di Indiana Jones e dei Goonies, non era riuscita a decollare e così, dopo vari tentativi falliti, Ke Huy Quan aveva deciso di rinunciare al suo sogno, aveva cercato alternative. Sempre nell'ambito del cinema, però..Ha fatto l'assistente alla regia, il coordinatore degli stuntmen.

Poi un giorno Daniel Kwan e Daniel Scheinert gli danno una chance e lo scritturano nel cast del loro nuovo, surreale film. Ieri Ke Huy Quan per quella parte ha vinto un Oscar che ha dedicato alla madre: «Ha 84 anni e mi sta guardando: mamma, ho vinto un Oscar!», ha detto sul palco del Dolby. «Il mio viaggio è iniziato su una barca. Ho passato un anno in un campo profughi. E in qualche modo sono finito qui sul palcoscenico più grande di Hollywood. Dicono: storie come questa accadono solo nei film. Non riesco a credere che stia succedendo a me. Questo è il sogno americano. I sogni sono qualcosa in cui devi credere, ho quasi rinunciato ai miei. A tutti voi là fuori: per favore mantenete vivi i vostri sogni».

É pesante l'Oscar?

«Un po', dove lo posso posare?» (ma intanto non lo molla, lo brandisce in alto, lo bacia)

Nei titoli de I Goonies e Il Tempio Maledetto lei è accreditato come Jonathan, ora è tornato al suo nome di battesimo.

«Quando iniziai mi consigliarono di cambiare il mio nome in qualcosa di più americano. Non lo feci con leggerezza, mi pesava cambiare nome, ma lo feci perché volevo disperatamente fare questo mestiere. Quando 3 anni fa decisi di riprovarci avevo una sola certezza. Sarei tornato a usare il mio vero nome».

Dal palco ha citato sua madre.

«Appena hanno fatto il mio nome un fiume di emozioni mi ha investito e il mio pensiero è andato a lei, mia madre. È lei la ragione per cui sono in America, per cui ho avuto una vita migliore. Lei stava bene in Vietnam, ma ha rinunciato a quello che aveva per dare un'opportunità ai suoi ragazzi».

Quando ha ottenuto la parte in questo film non ha detto niente in famiglia, sino a quando è uscito il trailer.

«Vero, allora ho chiamato tutti i parenti, uno a uno, la mia intera famiglia per avvertirli, una buona porzione di essa, oggi è volata da Houston per festeggiare qui».

Dietro il palco un abbraccio con Steven Spielberg...

«Sono corso da lui durante la pubblicità e lui mi ha abbracciato e mi ha detto: Ke ora sei un attore premio Oscar. Sentirlo da Spielberg è stata un'emozione fortissima».

E ora?

«E

ora chiamerò il mio agente. L'ho fatto per tanti anni. Ogni tre, sei mesi, gli chiedevo se c'era qualcosa per me. Lui rispondeva sempre no, ma che avrebbe continuato a cercare. Immagino che ora la sua risposta cambierà».

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