
Sebbene sia un argomento forse off topic per questa rubrica posso parlare dei complimenti? Lo ammetto: amo i gesti galanti e i complimenti! Roba d’altri tempi? Forse. Oramai siamo completamente prevenuti: se riceviamo un complimento pensiamo che sia un adulatore e voglia qualcosa in cambio. Non abbiamo più il gusto dei bei gesti galanti che dimostrano solo gentilezza. Se dico ad una donna che ha degli occhi favolosi o un bel portamento, un bel paio di orecchini, mi sentirei rispondere con stizza «ma come si permette, cafone!» perché penserebbero che abbia «altri fini». E forse mi beccherei anche una sberla. Oppure (e mi è capitato) se cedo il posto ad una signora che fraintende e pensa che io lo faccia perché anziana! E non parliamo poi se facessi un complimento ad un minore… apriti cielo! Scatterebbe la denuncia d’ufficio per pedofilia e... il pubblico ludibrio ad esso collegato. È pur vero che – ahinoi – le cronache ci rivelano quotidianamente atti violenti e criminali ma a mio parere è proprio perché manca l’educazione alla galanteria. Io introdurrei nelle scuole – oltre all’educazione civica – anche un paio d’ore di galateo e buone maniere! Mi perdoni questo mio excursus fuori dall’hortus conclusus della sua rubrica.
E con l’occasione giungano gli auguri per una Santa Pasqua serena!
Vincenzo
Caro Vincenzo, il giardino non è affatto così recintato (men che meno chiuso), quindi ben vengano argomenti diversi. Che tra l’altro non si distolgono affatto dai rapporti tra le persone che sono il tema che occupa quotidianamente questa rubrica. Non posso che trovarmi perfettamente d’accordo con lei in merito. Mi fa sorridere con la proposta di insegnare la galanteria nelle scuole, ma neppure più di tanto. Se nel programma ministeriale venisse inserita una simile materia significherebbe che la società sarebbe in grado di concedersi qualche lusso. Ma, si sa, i lussi ce li si concede quando si sono soddisfatti i bisogni primari. E questa società è ben lontana dall’averli soddisfatti.
Molto prima di inserire la galanteria bisognerebbe liberarsi dell’odio e della rabbia che permeano ormai qualsiasi scambio: per strada, in famiglia, al lavoro... É una società arrabbiata che produce ambienti tossici e violenti. Che distrugge scientemente e gratuitamente la qualità della vita. E chi intossica, non si rende conto di togliere ossigeno anche a se stesso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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