Da 88 a 155 gocce la bottiglia d’acqua firmata Giugiaro

Da 88 a 155 gocce la bottiglia d’acqua firmata Giugiaro

Da 88 a 105. Non si tratta di una combinazione fortunata da giocare al lotto o di una misteriosa via della cabala, ma di un numero di gocce. E non di gocce qualsiasi: 88 sono quelle, in rilievo, che hanno scolpito nel vetro e poi in Pet l'identità dell'acqua minerale San Bernardo dal 1994. Complice la creatività di Giorgetto Giugiaro, maestro di design di fama internazionale, quelle gocce hanno evocato con efficacia l'acqua «più leggera del mondo» delle Alpi Marittime, nata ufficialmente nel 1926.
Oggi quelle 88 gocce cedono il passo alle 105 della nuova bottiglia concepita da Giugiaro Design, insieme alla rivisitazione della storica etichetta, per segnare nella continuità con la tradizione quel desiderio di rinnovamento e crescita che è base di ogni percorso.
Presentata ieri a Genova al C dream, lounge&bar di Costa Crociere, dopo essere stata festeggiata a Torino nella sede di Italdesign-Giugiaro, la nuova bottiglia attira non solo lo sguardo ma soprattutto il tatto, grazie alle gocce che suggeriscono l'inafferrabilità e la freschezza dell'acqua nonostante il corpo di vetro, con un «design sensoriale».
La nuova bottiglia coniuga quindi l'obiettivo per antonomasia del design - racchiudere in un oggetto dallo stile inconfondibile un insieme complesso di immagini, richiami ed emozioni - alla stimolazione del ricordo e della percezione con immediatezza.
Immediatezza che affonda le radici in un'affinità tra l'azienda (dal '93 parte del Gruppo Nestlé) e il creatore di tanti modelli automobilistici - tra i quali Alfasud, Audi 80, Panda, Uno e Punto per Fiat, Lancia Thema, Maserati Bora, Renault 21, Seat Ibiza, Volkswagen Golf - poiché entrambi sono nati a Garessio, ove spesso le porte degli stabilimenti sono aperte alle visite delle scuole.
E, d'altronde, il legame tra San Bernardo e l'arte è di antica data, da quando negli anni '30, tra manifesti, affiches e pubblicità, la bottiglia d'acqua ora si paracaduta dal cielo o è portata in tavola da camerieri alati (Luigi Spazzapan) adesso diventa «squisita» nel segno futurista di Diulgheroff o, ancora, è protagonista di una natura morta con Gigi Chessa.
E, non stanca, si plasma più tardi nel disegno della siepe di Tintin Biral o si arricchisce nel tappo coloratissimo di Ugo Nespolo, artista cui è stato affidato il compito di narrare la nuova bottiglia di Giugiaro.


Bottiglia che se molto tempo fa si legava alla grazia di un cigno bianco su fondo nero nell'interpretazione di Leonetto Cappiello, nel 2006 ha accolto le retroetichette disegnate dagli studenti dell'Istituto Europeo di Design, in un cammino volto a coniugare la tradizione ai segni del mutare dei tempi.
E bottiglia che oggi, nelle 105 gocce di Giorgetto Giugiaro, è destinata, come la «sorella» da 88 che tutti conosciamo, a entrare nella storia del design.

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