Il mistero della morte di Hitler

Per la storia ufficiale Adolf Hitler si è tolto la vita 80 anni fa per non cadere delle mani dei sovietici. Secondo altre teorie che trovano nuovo slancio tra documenti segreti ed ex-cia, il dittatore sarebbe fuggito in Argentina, affrontando un pericoloso e improbabile viaggio

Il mistero della morte di Hitler

Hitler non sarebbe morto suicida nel bunker scavato sotto al giardino della Cancelleria del Reich, in una Berlino ridotta a un cumulo di macerie e posta sotto l'assedio dell'Armata Rossa che avanzava implacabile. Sarebbe fuggito in Argentina, come ogni teoria del complotto ha sempre sostenuto. Ad avvalorare questa vecchia e indimostrata teoria, le rivelazioni di un ex agente della Cia, e forse alcuni nuovi documenti che il presidente argentino Javer Milei potrebbe desecretare per fare finalmente chiarezza sul destino dei nazisti che fuggirono attraverso le "rat line" per nascondersi in Sudamerica.

Una vecchia teoria

"Adolf Hitler non si è suicidato a Berlino" il 30 aprile del 1945. "È fuggito, verosimilmente assieme alla moglie Eva Braun, in Argentina". Questo è quanto afferma Robert Baer, un ex agente della Cia che forse è a caccia di notorietà in vista dell'ottantesimo anniversario della morte del führer del Terzo Reich, il caporale boemo che infiammò l'animo della Germania nel 1933, trascinando il mondo nella guerra totale più devastante che la storia avesse mai visto.

Nuove affermazioni a sostengo di una vecchia teoria del complotto che tra fascinazione e elementi di realtà, ha sempre paventato l'ipotesi che Adolf Hitler avrebbe inscenato la sua morte per fuggire, come altri vertici del nazismo ha in verità fatto, in remoti luoghi dell' America Latina dove avrebbe vissuto sotto falsa identità, come fecero Adolf Eichmann, Josef Mengele, Erich Priebke. Per questo "La versione ufficiale della storia richiederà una riconsiderazione importante una volta che saranno rese pubbliche le prove", spiega l'ex agente della Cia esperto di Medio Oriente che ha ricoperto un ruolo National Clandestine Service per il coordinamento delle risorse Humint, e che confida nei documenti segreti che il presidente argentino Javier Milei ha ordinato di desecretare per fare finalmente luce su questo misterioso e dibattuto capitolo della storia del XX secolo.

Una complessa "messa in scena"

La teoria sulla fuga di Hitler, di cui non si è mai trovato il cadavere, che sarebbe stato dato alle fiamme dopo il suicido avvenuto non per colpa delle celebri pastiglie di cianuro, ma per un colpo che si sarebbe sparato alla testa con una pistola Walter Ppk, ha sempre cercato di dimostrare che il führer, dopo aver inscenato la sua morte, avrebbe impiegato una delle vie di fuga per imbarcarsi su uno degli u-boot fantasma per raggiungere le coste del Sudamerica dove avrebbe instaurato un "Quarto Reich" con il sostegno di governi conniventi.

Per l’ex agente della Cia, la declassificazione dei documenti mantenuti segreti da Buenos Aires potrebbe essere la chiave di volta per rivelare "potenziali legami tra il Führer e il governo argentino, che potrebbe averlo aiutato a nascondersi", ma in non si può non avanzare dei dubbi sulla consistenza dei fatti: Hitler era già gravemente malato, le vie di fuga via terra e via aria non erano completamente sicure, e un attraversare l'Atlantico in un sottomarino mentre si stava ancora combattendo una guerra, poteva rivelare ancora molte insidie. Senza dilungarsi troppo.

Baer, che ha rilasciato una roboante intervista al Daily Mail, sostiene che Hitler avrebbe ricevuto rilevanti somme di denaro dall’allora presidente dell’Argentina Juan Perón, al fine di costruire un "laboratorio per la fusione nucleare sull’isola di Huemul, vicino a Bariloche". Aggiungendo alle vecchie teorie già difficili da sostenere, particolari degni un romanzo di fantaspionaggio stile Moonraker. Alla base di questa fantasiosa ipotesi ci sarebbero i resti di un complesso sotterraneo scoperto nella provincia di Misiones dotato di impianti idraulici ed elettrici. Un bunker "nel bel mezzo del nulla" dove Baer, fosse stato lui il protagonista di questa storia "nascosto Hitler".

La testimonianza in documento della Cia

Dopo la recente declassificazione dei fascicoli segreti voluta dal presidente Trump: 80mila pagine di documenti relativi all'assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, è apparso un "rapporto declassificato" della Cia che riportava la testimonianza di un ex ufficiale delle Ss di nome Filippo Citroën. Secondo l'ufficiale "Hitler era vivo" e "viveva in una città colombiana chiamata Tuja" a circa 115 chilometri da Bogotà. L'uomo identificato come Adolf Hitler aveva assunto la falsa identità di "Adolf Schüttlemayer". La testimonianza venne accolta con scetticismo dall'agenzia di spionaggio statunitense che, pur registrando l'informazione, la considerò decisamente "fantasiosa".

La verità vacua oltre le teorie del complotto

Per la storiografia ufficiale, Adolf Hilter si è suicidato nel führerbunker che era stato scavato a una profondità di 8,2 metri sotto il giardino della Cancelleria del Reich il 30 aprile del 1945.

La causa del decesso è sempre stata imputata a una pallottola calibro 7,65 sparata dalla sua pistola Walter che gli avrebbe trapassato la tempia, uccidendolo sul colpo all'età di 56 anni. Eva Braun, sua moglie, si sarebbe invece avvelenata attraverso una pastiglia di cianuro. Entrambi i corpi sarebbero stati bruciati per evitare cadessero nelle mani dei sovietici, che probabilmente li avrebbero esposti come trofeo della vittoria dopo la presa di Berlino. Avvenuta ufficialmente il 2 maggio del 1945.

Secondo alcuni studi, alcuni resti ossei

sequestrati dal controspionaggio dell'Armata Rossa, poi detenuti dal Kgb per tutta la durata della Guerra fredda, decretarono il decesso di Hitler, che sarebbe avvenuto a Berlino nella data riportata dalla storiografia ufficiale.

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