Aams chiude 150 agenzie storiche Ma il Tar le riaprirà

È partito lo scorso 5 luglio il V7, la nuova scommessa ippica a totalizzatore che consiste nel pronosticare i cavalli classificati al primo posto nelle sette corse di ogni scheda. Nei primi tre concorsi s’è registrato un solo vincitore con 7 punti, nel suo portafoglio sono finiti 111mila euro a quota grazie al jackpot che ha irrobustito il montepremi di per sé modesto. La mancanza di pubblicità non ha favorito l’avvio del V7, ancora sconosciuto a moltissimi, partito quasi in clandestinità. Un vecchio discorso. La comunicazione fa parte integrante di ogni gioco, immaginiamoci di quelli nuovi basati per di più sull’ippica in declino. Si ha quasi l’impressione che neppure gli stessi operatori credano nel V7 che deve arrivare, quanto meno, a una raccolta di 500mila euro a concorso per divenire allettante e competitivo. Altrimenti rischia di fare la fine del Totocalcio che va avanti con la bombola a ossigeno.
La considerazione non è banale o fine a se stessa, ma riguarda la strategia di un comparto che pecca di autoreferenzialità e, ad eccezione di pochi casi, non investe a sufficienza nel marketing. Un fatto generazionale e culturale. Inutile spendere centinaia di milioni in concessioni e tecnologia (Gratta e Vinci, Vlt e Newslot, tanto per restare all’attualità) senza pubblicizzare in misura massiccia i nuovi segmenti di mercato. I guru americani dicono, ad esempio, che una sponsorizzazione ha successo solo se supportata da investimenti pubblicitari pari al doppio dell’attività di sponsoring. In misura minore il discorso vale anche nel settore dei giochi e delle scommesse.
Intanto prosegue il balletto sulle agenzie storiche. Aams ha per così dire staccato la spina a 150 agenzie ippiche storiche. E il Tar del Lazio, mediante decreto presidenziale d’urgenza, ha sospeso il provvedimento di distacco di sette concessionari che si sono aggiudicati i nuovi diritti con il recente bando di gara. Aams ha fatto il proprio dovere sul piano formale, il Tar è intervenuto nella sostanza facendo leva sul fatto che la nuova società è partecipata se non addirittura controllata da quella storica. «Ma si tratta di distacchi temporanei, qualche ora al massimo. Alcune di queste agenzie stanno già operando grazie alle nuove licenze», ha spiegato Ginestra. Il presidente di AssoSnai ha sottolineato con onestà che distacco e allacciamento al totalizzatore non sono operazioni semplici: «Si rischia di mandare in tilt l'intero sistema, per questo s’è preferito sfruttare le ore notturne, quando il totalizzatore è fermo». Sarebbe stato tutto più semplice se il legislatore avesse previsto l’eventualità che alcuni vecchi concessionari partecipassero al bando sotto una nuova veste. Ci avrebbe guadagnato la raccolta.

A fine maggio Maurizio Ughi, presidente di Snai, si era augurato che la revoca delle agenzie storiche avvenisse contestualmente all’apertura delle nuove, ma aveva riconosciuto la necessità di evitare sovrapposizioni fra vecchia e nuova rete. Il buonsenso che talvolta non fa capolino nel dl.

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