Abolire il Palio di Siena? Non è più un tabù

RomaIl Palio di Siena e tutte le altre manifestazioni tradizionali che prevedono il discutibile utilizzo di animali «non aiutano l’immagine dell’Italia all’estero». E l’Italia potrebbe farne a meno. A ipotizzarlo - prima di fare una parziale marcia indietro dopo la bufera scatenata - è il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, che ieri nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi ha parlato dell’opportunità di erogare contributi agli enti pubblici per le iniziative e le manifestazioni turistiche che «non comportino lo sfruttamento degli animali». L’Italia, per la titolare di un dicastero strategico, deve promuovere all’estero «l’immagine di un paese animal friendly» e per questo deve seguire l’esempio spagnolo: «Se la Catalogna è arrivata ad abolire la corrida credo che sia il momento di rivedere le feste e le manifestazioni dove gli animali vengono maltrattati». Corse di cavalli, delle quali il Palio di Siena - che peraltro si disputa due volte l’anno, il 2 luglio e il 16 agosto - è solo la più nota, ma anche di asini, oche e perfino colombe che spesso finiscono feriti o addirittura uccisi. Prima di prendere qualsiasi decisione il ministero approfondirà l’argomento attivando un apposito comitato individuerà quelle manifestazioni che possono creare disagi agli animali e farà la conta degli incidenti mortali degli ultimi anni.
La proposta della Brambilla - accolta con plauso solo dalla Lav - non poteva che suscitare un vespaio di polemiche, soprattutto nella stessa maggioranza. Il primo a dire no è il senatore leghista Gianvittore Vaccari, anche sindaco di Feltre, città del Bellunese che ospita un popolarissimo palio: «La Lega non accetterà mai e poi mai che le tradizioni culturali di millenaria memoria del nostro Paese siano abrogate e, peggio ancora, cancellate dagli annali storici». Vaccari invita il ministro al palio feltrino che si terrà proprio domenica prossima, così che possa «guardare quanti turisti da tutto il mondo sono estasiati da queste kermesse che riportano indietro nel tempo. E poi, dato che si fa riferimento alla Catalogna che ha abrogato la corrida io rispondo: magari avessimo l’autonomia della Catalogna, sicuramente le feste e le manifestazioni tradizionali nei nostri territori non sarebbero toccate!». «Dev’essere stato il caldo agostano o la scarsa conoscenza della storia e delle tradizioni italiane ad aver indotto il ministro Brambilla a proporre l’abolizione del Palio di Siena», ironizzano Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti della Camera e responsabile enti locali del Pdl e Beatrice Lorenzin, componente della commissione Affari costituzionali della Camera. Più duro il sindaco di Siena, il compagno di partito della Brambilla Maurizio Cenni, secondo il quale «chi segue il turismo dovrebbe preoccuparsi di conoscere il Palio e di capire quanto questa manifestazione sia davvero veicolo di promozione del nostro paese». Cenni parla di «attacco a tutta la nostra città» e annuncia azioni legali se «risulteranno confermate le affermazioni del ministro Brambilla».

Che in serata ammorbidisce i toni in una nota nella quale spiega di «non avere proposto l’abolizione di alcuna manifestazione né tantomeno del palio di Siena, tradizione molto celebrata e sulla quale non ho espresso alcun giudizio», ma di avere solo «annunciato un’analisi approfondita del panorama delle feste popolari che hanno luogo nel nostro Paese e che coinvolgono gli animali per valutare se esse siano tutte portatrici di positivi benefici della nostra immagine all’estero o se per alcune di esse prevalgano gli effetti negativi legati allo sfruttamento degli animali».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica