Gli abusivi? Sfruttano la vicinanza delle «griffe»

Valeria Arnaldi

Il commercio lecito è l’anima di quello abusivo. Sembra essere questa la nuova regola del marketing capitolino. Se fino ad oggi, infatti, le piazze e le strade più affollate, spesso vicino a importanti monumenti, erano i teatri prediletti dai venditori abusivi per esporre la propria mercanzia - Fontana di Trevi, via delle Muratte, piazza Navona solo per citarne alcune - adesso la «strategia promozionale» degli extracomunitari si è notevolmente affinata. Sì, quindi, alle aree in cui c’è un grande passaggio di possibili clienti attirati dalle bellezze artistiche della città, meglio, però, se si trova un posto vicino a negozi e boutique di marchi noti.
I venditori abusivi di borse, magliette, sciarpe, foulard e occhiali scuri, hanno deciso di sfruttare le griffe non solo copiandone gli articoli più in voga, ma anche come richiamo pubblicitario, usandone le vetrine come insegna e «sfondo». È quanto accade, il sabato, in via del Corso. Dalla tarda mattinata, gli extracomunitari cominciano a distendere i loro cartoni davanti alle vetrine dei negozi cercando di sfruttare da un lato il massiccio afflusso di giovani e giovanissimi - notoriamente, i più portati all’acquisto -, dall’altro ogni possibile legame con la merce di marca. Vicino a un negozio d’abbigliamento, quindi, ecco comparire capi simili a quelli esposti, ovviamente venduti a un prezzo nettamente inferiore, o abbinabili. Se la vetrina «ufficiale» è multicolor lo sono anche gli articoli stesi su teli e cartoni, se, invece, è monocromatica, a fare da pendant sui banchetti compariranno solo capi in quello o in altri colori che possano dare l’idea del «completo». L’acquisto dall’abusivo, insomma, è un vero e proprio appuntamento, con tanto di numero civico e numero di telefono cellulare, per poter seguire il banco nei suoi spostamenti settimanali. Il venditore non autorizzato diventa «di fiducia» come un vero negoziante e cattura la sua clientela, imparando a sfruttarne i gusti.
Niente è più affidato al caso, le bancarelle si trovano al posto giusto al momento giusto, ovviamente, con il giusto prodotto. Le postazioni più ambite sono quelle tra via della Croce e largo Goldoni, un ampio spazio che consente agli abusivi di allestire un piccolo suk su entrambi i lati della strada. Ma è una vera e propria battaglia quella che si scatena ogni fine settimana per accaparrarsi gli spazi antistanti l’ingresso dell’Hotel Plaza. Il prestigioso albergo ospita, infatti, turisti danarosi sempre pronti all’acquisto di un piccolo souvenir e spesso anche vip che riuniscono sotto le finestre dell’edificio folte schiere di fan disposti a dare un’occhiata ai banchetti per ingannare l’attesa tra arrivo, affacci e uscite. Merce «alla mano» in via Frattina: gli abusivi sono talmente tanti da non avere spazio per stendere teli o attrezzare bancarelle.

Inutile sperare nell’intervento dei vigili urbani, sono troppo pochi per fronteggiare l’aumento del commercio non autorizzato e troppo lenti per stare al passo con le tecniche e le «rotte» degli extracomunitari. Il degrado delle vie dello shopping romano sembra essere ormai inevitabile e, per paradosso, direttamente collegato al cuore trendy della città.

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