Abusivismo: vigili urbani in prima linea, ma disarmati

Gli uomini della municipale schierati in strada contro gli ambulanti accanto alle altre forze dell’ordine con tanto di indennità di ordine pubblico, ma senza gli strumenti per difendersi

Mentre nei palazzi della politica capitolina la maggioranza si prodiga in giri di parole e abili sofismi per celare l’imbarazzo e le divisioni interne sull’armamento della polizia municipale, per strada la guerra natalizia all’abusivismo commerciale va avanti come se nulla fosse. Con i vigili urbani schierati al fianco di carabinieri, poliziotti e finanzieri, «titolari» della vigilanza sulle arterie nevralgiche. Con tanto di indennità di ordine pubblico, ma senza gli strumenti per potersi difendere.
La pianificazione della muscolare azione repressiva contro i venditori ambulanti, predisposta dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza in vista delle festività natalizie, è contenuta in un’ordinanza di servizio diramata dalla questura il 18 dicembre scorso e operativa fino al 6 gennaio.
Le zone «calde» dell’abusivismo commerciale vengono suddivise fra le diverse forze in campo, e agli uomini della polizia municipale – alla stessa stregua di quanto accade per polizia, carabinieri e guardia di finanza (tutti armati) – vengono assegnate alcune aree assai problematiche come via del Corso, il Colosseo, piazza Vittorio, piazza Navona, viale Regina Elena, via della Magliana, viale Giulio Cesare.
«Si dispone – è scritto nell’ordinanza – che (...) vengano attuati nelle località di cui sopra continui, mirati ed incisivi controlli volti ad allontanare gli ambulanti, impedendo che gli stessi si riposizionino». Quanto agli esiti dell’attività, assieme a carabinieri e finanzieri i vigili urbani dovranno riferire entro l’8 gennaio direttamente in prefettura.
E ancora. «Al personale impiegato nei servizi disposti con la presente ordinanza – si legge – verrà corrisposta l’indennità di ordine pubblico di cui all’articolo 10 del Dpr 164 del 2002». Il quale attiene al «recepimento dell’accordo sindacale per le forze di polizia ad ordinamento civile (dunque polizia di Stato, polizia penitenziaria e corpo forestale dello Stato, ndr)» e allo «schema di concertazione per le forze di polizia ad ordinamento militare (vale a dire carabinieri e guardia di finanza, ndr)».
Il dibattito sul riconoscimento dell’indennità di ordine pubblico ai vigili urbani impegnati in concorso con le forze dell’ordine in specifiche attività non è di questi giorni, e in Italia sono rintracciabili diversi precedenti in materia. Ma tutto ciò riporta prepotentemente all’ordine del giorno il problema della sicurezza degli agenti della polizia municipale.
«Spicca un’incongruenza di fondo – spiega Luigi Marucci, presidente del sindacato Ospol -. Se i vigili urbani vengono impiegati nell’ordine pubblico alla pari delle forze dell’ordine al punto che viene riconosciuta l’indennità, allora è necessario dotarli degli strumenti di autodifesa come la pistola o lo sfollagente, ed equipararli sotto il profilo assistenziale. Qualcuno, inoltre, dovrebbe spiegarci perché in altre attività altrettanto rischiose tale indennità non è mai stata riconosciuta».
In sede istituzionale il grido d’allarme lanciato più volte dalle organizzazioni sindacali di categoria non ha fino ad ora trovato alcuna risposta. Non solo.

Adesso la «battaglia di Natale» contro i venditori ambulanti abusivi è ufficialmente cominciata, senza che la questione dell’armamento sia stata però risolta.
Il fondato timore degli agenti che si trovano in prima linea è che a riportare il tema in cima all’agenda politica possa essere, da qui all’Epifania, un nuovo, drammatico, bollettino di guerra. L’ennesimo.

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