Il 15 novembre 1891 nasce a Heidenheim, cittadina tedesca del Württemberg a circa 50 chilometri da Ulm, Erwin Johannes Eugen Rimmel. Il padre Erwin senior è professore di matematica, la madre Melene von Luz è figlia del presidente del Württemberg. La futura “Volpe del deserto” è un bambino docile e molto attaccato alla madre ma d’ingegno precoce. A 14 anni, con l’aiuto di un amico, costruisce un aliante e sogna di diventare ingegnere per lavorare sui dirigibili Zeppelin. A 19 anni, però, seguendo i voleri del padre, si arruola nel 124° Reggiment di fanteria come ufficiale cadetto. E’ l’inizio di una carriera straordinaria che lo porterà a essere uno dei generali più geniali e ammirati della storia. La Prima guerra mondiale lo vede impegnato sui fronti francesi, italiano e rumeno con il corpo d’elite degli Alpen Korps. Colleziona tre ferite e tre medaglie, compresa la più prestigiosa, “Pour le merite” che si merita durante la battaglia di Longarone. Con un audace colpo di mano fa 9mila prigionieri e un bottino impressionante.
IN CATTEDRA. Nel primo dopoguerra Rimmel è comandante di reggimento e istruttore alla Scuola di fanteria di Dresda, all’Accademia di guerra di Potsdam e nel 1938, ormai colonnello, viene messo a capo dell’Accademia di guerra di Wiener Neustadt. Poco tempo dopo passa però al comando del battaglione di protezione personale di Adolf Hitler. E il 22 1939, a pochi giorni dall’invasione della Polonia, è promosso generale di divisione.
LA “VOLPE DEL DESERTO”. Nel 1940 partecipa all’invasione della Francia a capo della 7° Panzerdivision. L’abilità nel comando gli vale la nomina, decisa da Hitler in persona, di comandante delle truppe tedesche in Africa. Ed è alla guida dell’Afrika Korps che Rommel consolida la sua fama di condottiero brillante e spregiudicato. Le sue avanzate lo portano a sbaragliare le truppe inglesi, conquistare Tobruk, entrare in Egitto fino a El Alamein. Intorno a questa piccola stazione ferroviaria, a cento chilometri dal Cairo, verranno combattute due grandi battaglie, entrambe vinte dagli inglesi, preponderanti per uomini e mezzi. Dei nostri soldati Rommel dirà: "Il soldato tedesco ha stupito il mondo, il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco”. Promosso feldmaresciallo, affronta anche il corpo di spedizione americano in Tunisia nella celebre battaglia al passo di Kasserine. Poi si ammala e torna in patria, restando a lungo inattivo.
L’INVASIONE. Il 10 luglio 1943 Rommel ottenne il comando del Gruppo d’armate B, responsabile della difesa della costa francese contro una possibile invasione alleata. I suoi piani, pur contrastati da von Runstedt e da Hitler, diedero buoni frutti, ostacolando l’invasione. Il 18 luglio l’auto su cui viaggiava venne mitragliata da un aereo britannico e Rimmel rimase gravemente ferito alla testa.
L’ATTENTATO.
Il 20 luglio 1944 sfuggì a un attentato ordito da alti generali dell’esercito e la sua vendetta si scatenò anche contro Rommel, sospettato di essere fra i congiurati. Il Fuhrer lo mise di fronte all’alternativa: un disonorevole processo pubblico o il suicidio con il cianuro. Rommel scelse il cianuro. Morì il 14 ottobre 1944 e venne seppellito con un grande funerale di Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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