Accanto alla statua di Bettino Aulla piazza la bella Emanuela

Accanto alla statua di Bettino Aulla piazza la bella Emanuela

Chi di marmo ferisce... Non c'è dubbio che quel Bettino Craxi, scolpito in parabola discendente, testa troppo grande e aspetto dimesso, fortissimamente voluto dal già sindaco on. Lucio Barani e ficcato ben saldo dinanzi al Municipio di Aulla, è kitsch quanto basta da folgorare il turista sulla Via Francigena. Flash a ripetizione, costume e società. Ci sta tutto; figurati poi se vicino ci piazzi le fattezze scolpite dell'Arcuri e magari la fai anche cittadina onoraria di Aulla. Ideona del sindaco Roberto Simoncini che addomestica la proposta del suo fido Paolo Sordi di sostituire la statua dell'esule con quella dell'Arcuri e gioca di audience. Che c'azzecca? Più facile di qualunque arzigogolo: l'importante è che se ne parli. La storia è di quelle che nascono sulla goliardata di uno per diventare l'oscuro oggetto del desiderio di molti. In marmo, che più bianco non si può all'ombra delle Apuane. Che a questi uomini di Lunigiana, Barani docet, accidenti se piace provocare. E Simoncini, fedele al cliché di questa terra strana, ci aveva già provato a vendersi il Craxi in marmo di Carrara; peccato però che questo Bettino non se lo fili nessuno. Ecco il colpo di genio: e se vicino gli piazziamo quel pezzo di marmo modellato sull'Arcuri? Quello che a Porto Cesareo di Puglia le gelosissime indigene hanno costretto il sindaco a nascondere in cantina? La Manuelona nazionale in cantina, giammai! Meglio davanti al Municipio di Aulla, no? L'idea balzana è dell'ex consigliere Paolo Sordi, primo dei non eletti e delegato del sindaco, che al grido «ce la prendiamo noi l'Arcuri» lancia un modo tutto trasversale di concepire l'arte legata al territorio. E Simoncini a 'sto punto se la gioca: «L'input è di Sordi, però io avevo proposto già la vendita della statua di Craxi». Anche se all'inaugurazione in pompa magna lei era il vice sindaco di Barani? «Non rinnego il passato, ma oggi Barani è consigliere di minoranza - puntualizza Simoncini - La mia è stata una reazione alle sue critiche in sede di bilancio: ho proposto di rimpinguarlo vendendo i gioielli di famiglia, vedi statua di Craxi». La notizia fa il giro d'Italia, gli telefonano quelli di Caterpillar: «È vero che vuol vendere la statua del cinghialone?»; gli passano un professore di Ancona che «mi conferma un valore in marmo di 60.000 euro e la statua può arrivare fino a 150.000». Un'offerta c'è, bassa, «ho lasciato perdere».
Ma 'sta fissa per le statue ringalluzzisce con l'Arcuri dismessa dai pugliesi. Radio Montecarlo lo incalza con Platinette: «Gliel'ho spiegato di nuovo che la colpa è di Sordi: ha 40 anni, non è alto ed è un po' zitello; forse cercava una scusa per conoscere l'attrice» butta lì Simoncini, che sbanda sulle marmoree curve e promette: «Contatterò il comune pugliese, gliela chiediamo gratis e la mettiamo vicino a Craxi». «Lasciamo passare questo periodo di bilancio - prosegue più serio -, poi valuteremo il valore artistico dell'opera, anche se non rappresenta le donne di Lunigiana». Uhh, attenzione all'ira funesta, «ma no, le nostre donne hanno altri valori». Vabbé, buttiamola sul cutural-sociale e Simoncini agguanta il salvagente: «L'obiettivo è lanciare turisticamente la città: in programma il recupero dei borghi per l'albergo diffuso, il campo da golf e il nuovo albergo all'uscita dell'autostrada». Quindi? «E quindi se l'Arcuri diventa nostro testimonial è un bel colpo, no? E magari le potremo dare la cittadinanza onoraria». A Cannes, sul Red Carpet, cittadina onoraria di Aulla: «Se può rappresentare un modo per far conoscere la città, ben venga».
In conclusione? «La statua di Craxi rimane lì perché non la vuole nessuno, e se prendiamo quella dell'Arcuri è solo per valore aggiunto. Le nostre donne hanno la loro bellezza e qualunque altra motivazione le offenderebbe». Salvo in corner; fuori dal Municipio c'è Sirio Mastrini, coordinatore locale del Pdl: «Come provocazione ci sta, ma è bene che l'Arcuri la lascino là, preferiamo avere donne in carne e ossa». Con lui Aristide Cattani, tessera di Nenni sventolata con orgoglio: «Con tutto il rispetto per l'attrice, mi sembra un'offesa».

Arriva anche Franco Testa, Lega Nord: «Non esiste prendere una cosa rifiutata da altri. Perché, visto che la Lega ha superato gli Appennini non ci mettiamo Da Giussano?» La segretaria del sindaco sogghigna; ha già vissuto l'era Barani, scrolla le spalle e strizza l'occhio: «Chiacchiere!».

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