Accordo in Libano: è una resa a Hezbollah

L’intesa con la mediazione della Lega Araba. Il governo rinuncia a smantellare la rete telefonica della milizia sciita. Oggi al via in Qatar una seconda fase del negoziato

Accordo in Libano: 
è una resa a Hezbollah

Salvi ad un passo dall’inferno. La Lega Araba stavolta ha fatto il miracolo. Rompendo la decennale tradizione d’insuccessi la delegazione della Lega guidata dal primo ministro del Qatar sceicco Hamad bin Jassim bin Jabr al-Thani ha concordato un armistizio tra il governo del premier Fouad Siniora e l’opposizione filo siriana guidata da Hezbollah. Il peggio dunque è passato. Beirut, dopo una settimana di scontri costati 81 morti, non è più una capitale assediata. Le squadracce del partito di Dio che da una settimana sbarravano tutte le strade per l’aeroporto hanno abbandonato i posti di blocco e il primo aereo di linea della compagnia di bandiera libanese ha già toccato terra ieri sera.

Ora bisogna capire se il miracolo proseguirà. Alla base dell’accordo mediato dallo sceicco Hamad c’è la doppia capitolazione del governo che accetta di reintegrare il responsabile della sicurezza dell’aeroporto accusato di controllare lo scalo internazionale per conto della milizia filo iraniana e rinuncia a smantellare la rete telefonica clandestina controllata dal movimento sciita. La rinuncia di Siniora apre la strada a una seconda fase del negoziato - al via oggi in Qatar - che potrebbe mettere fine allo scontro tra governo ed opposizione in corso da 18 mesi e consentire l’elezione alla presidenza del capo di stato maggiore Michel Suleiman.

Resta da capire chi siano i vincitori e i vinti. Secondo gli amici di Siniora il passo indietro del premier fa cadere la maschera di Hezbollah e traduce la disfatta sul campo in un vittoria politica ai punti. «Presentandosi come il signore del Libano e puntando le armi destinate a combattere Israele contro i suoi avversari politici Hezbollah si è squalificato di fronte all’opinione pubblica araba e ha trasformato il Libano in un potenziale bersaglio d’Israele.... quando i suoi capi iraniani gliel’hanno fatto intendere Nasrallah ha subito cercato un negoziato» spiega a il Giornale una fonte assai vicina all’esecutivo.

Stando a quest’interpretazione il passo indietro del governo, esibito come esempio di moderazione di fronte all’insolente e violenta arroganza delle milizie sciite, ridarebbe credibilità a Siniora e finirebbe con il togliere l’acqua al Partito di Dio costretto, per ordine dei padrini di Teheran, a tornare ad agire all’ombra dell’unico governo legittimo.

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