Acqua ai privati, sì anzi no... A quale Bersani bisogna credere?

Il Pd osteggia con veemenza la privatizzazione dell'acqua, ma nel 2010 Bersani, Franceschini &Co depositavano una proposta di legge che prevedeva l'esatto opposto di ciò che oggi uno dei quesiti referendari intende cancellare. E come se non bastasse, quando ancora non era segretario, nel 2008, Bersani si schierava a favore della gestione mista del servizio idrico. Anche Beppe Grillo lo prende in giro per l'incoerenza

Acqua ai privati, sì anzi no... 
A quale Bersani bisogna credere?

La coerenza non è di casa nel Pd. E nemmeno la memoria. Al contrario, regnano contraddizioni e amnesie. La prova di tutto ciò l'ha fornita lo stesso Bersani, che solo un anno fa insieme con Franceschini e altri colleghi di partito, depositava alla Camera dei deputati una proposta di legge sul tema dell'acqua. Era il 16 novembre 2010 e il ddl si chiamava "Disposizioni per il governo delle risorse idriche e la gestione del servizio idrico integrato". E prevedeva termini e condizioni che stonano, e parecchio, con la posizione che il Pd assume oggi nei confronti del referendum sull'acqua. Di cosa parliamo? Come scrive Oscar Giannino sul suo blog, basta leggere l'articolo 10 del disegno di legge, chiamato "tariffa sul servizio idrico integrato", per rendersi conto di come Bersani &Co non abbiano proprio le idee chiare.

"L’Autorità definisce la metodologia per la determinazione della tariffa per usi civili e industriali tenendo conto b) del costo delle opere e degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; e) della remunerazione dell’attività industriale, secondo i criteri stabiliti dalla medesima Autorità; f) della quota della tariffa da destinare agli investimenti. Bene. Ma cosa prevede il secondo quesito del referendum sull'acqua del 12 e 13 giugno? Praticamente il contrario della legge del Pd:  "Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito?", recita la domanda. Ecco. Praticamente, come scrive Giannino sul suo blog, "il partito delle idee chiare chiede di abrogare una norma sostanzialmente identica a quella che esso stesso propone. Figurarsi se avevano le idee confuse".

Non è l'unico esempio della dimenticanze e dei cambi di fronte di Bersani. Che addirittura nel 2008 si dichiarava sostanzialmente a favore della privatizzazione dell'acqua. A smascherarlo sono stati quelli del Movimento 5 stelle, che hanno diffuso un video risalente al un convegno tenuto a Carpi il 18 settembre 2008 e organizzato dal Pd. Come attenuante per Bersani c'è il fatto che ancora non fosse diventato segretario del partito e la sua poteva passare come una ricetta personale. Malgrado ciò, l'attuale leader del Pd però sull'acqua aveva già le idee abbastanza chiare.

Quella privatizzazione che ora lui e il suo partito osteggiano con tanta veemenza non gli stava poi così antipatica. Almeno considerando alcune frasi pronunciate: "Come faccio a fare in modo che si perda meno acqua, che si depuri bene, che si facciano investimenti in modo sensato? Devo chiamare uno che è capace di fare quel mestiere lì..."; "Stiamo dicendo che facciamo una partnership industriale per rafforzare la nostra capacità di gestione"; "Nessuno penserebbe che lo Stato avendo il 60% sta dando via qualcosa". Insomma, per Bersani la gestione mista era quella più appropriata. Almeno così pensava nel 2008.

Ma una volta divenuto segretario Pd ha cambiato idea? Neanche per sogno. Anzi, ha raggiunto il massimo della confusione di idee, arrivando appunto a scordarsi della proposta di legge che abbiamo citato prima. Della baraonda mentale del leader del Pd si è accorto anche il comico genovese Beppe Grillo che nel suo blog attacca pesantemene Bersani e scrive: "Dopo aver boicottato il referendum, non aver aderito alla raccolta firme e, soprattutto, aver spalancato le porte alle privatizzazioni dell'acqua e lottizzato società di servizi in mezza Italia, pensiamo alle varie Hera (Emilia-Romagna) e Iren (Torino-Genova-Emilia occidentale), ora cavalca il "SI" al referendum sull'acqua".

Il comico poi aggiunge: "Considerano i cittadini un branco di pecore da tenere disinformate per poterle ingannare e guidare. Lo fanno ancora con un parte di popolazione grazie alla loro continua propaganda ideologica tramite tv e giornali". E non stava parlando di Berlusconi...

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