«Acqua sulla luna»: la Nasa esulta, freddi gli scienziati

«Sulla luna c’è una significativa quantità di acqua ghiacciata». L’annuncio on the rocks viene direttamente dalla Nasa, ma lascia «freddo» un luminare della fisica come Tullio Regge che al Giornale si dichiara scettico: «Devo ancora studiare i termini esatti della notizia, ma non parlerei assolutamente di scoperta epocale. La verità è che faremmo tutti meglio - compresa la Nasa - a occuparci dei veri problemi ambientali della Terra, piuttosto che sprecare miliardi di dollari inseguendo l’acqua lunare...».
Ma su questo punto i cervelloni della Nasa non transigono: «Aver trovato l’acqua sul suolo del nostro satellite ha la stessa rilevanza storica e scientifica del primo passo compiuto dall’uomo sulla luna...».
In realtà, dietro l’entusiasmo fin troppo sbandierato della Nasa, c’è chi sospetta una disperata manovra tesa a bloccare i probabili tagli ai piani spaziali annunciati da Obama per far fronte alla crisi di cui proprio gli Usa stanno avvertendo gli effetti più traumatici. E in tale contesto il boom mediatico dell’«acqua sulla luna» potrebbe - almeno questa è la speranza della Nasa - allontanare momentaneamente lo stop ai «cosmo-finanziamenti».
Si tratta solo di un’interpretazione malevola? Forse no, ma di sicuro questo dell’«acqua» è un tormentone che va avanti da tempo: anni di ricerche avevano infatti già sfatato, elemento dopo elemento, che il satellite terrestre fosse arido. E, se si esclude che fosse «arido», significa che l’acqua sulla luna c’era, bastava trovarla. Cosa che ora è accaduta. Dopo poco più di un mese che la sonda Lcross aveva lanciato un missile-proiettile Centaur contro un cratere lunare alla ricerca di possibili riserve di acqua, la Nasa ha infatti ieri finalmente messo nero su bianco la scoperta: l’analisi spettrografica della nuvola di detriti provocata dall’impatto del missile ha confermato la presenza di acqua allo stato ghiacciato. «Dai primi dati emersi dall’indagine lunare - si legge in una nota della Nasa - indicano che la missione ha con successo scoperto l’acqua in un cratere nel lato oscuro della luna. Una scoperta che apre un nuovo capitolo nello studio del territorio lunare».
Dello stesso avviso è anche l’astronauta italiano Umberto Guidoni che ha partecipato a due missioni Nasa a bordo dello Space Shuttle: «Questi ultimi dati - spiega al Giornale - per la prima volta offrono un quadro che può rivelarsi utile per il rilancio di possibili missioni che riportino l’uomo sul suolo lunare. Quella fatidica notte del 21 luglio 1969 avevo 15 anni, una passione sfrenata per lo spazio e un sogno: diventare astronauta. Quel sogno è diventato realtà molti anni dopo. Mi ritengo una persona fortunata, oggi scrivo libri e incontro studenti. Insomma, sono diventato una specie di ambasciatore spaziale».
Sospetti di acqua sulla luna risalgono alle missioni del 1971 e del 1972 dell’Apollo-15 (qualche anno dopo lo sbarco sulla luna dell’Apollo 11), che avevano trovato liquido imprigionato all’interno di piccole sfere di vetro colorato del diametro di appena 0,2 millimetri generate da eruzioni vulcaniche. Da allora gli scienziati studiano da anni le pietre portate da quelle missioni sulla terra. Tra gli altri rilevamenti importanti quelli della sonda indiana Chandrayaan-1 e quelli della sonda americana Epoxi. Importanti anche le scoperte della sonda Cassini, a cui partecipò anche l’Agenzia spaziale italiana che scoprì che l’acqua sulla luna non si trova solo ai poli.
La svolta è arrivata con il missile proiettile Centaur che il 9 ottobre scorso ha colpito il cratere Cabeus, vicino al polo sud della luna, alla velocità di circa 9000 chilometri orari.

Nel cratere, secondo quanto riferito dal responsabile della missione Doug Cooke, c’erano circa 90 litri di acqua. «Abbiamo sbloccato i misteri dei nostri vicini del sistema solare - si legge nel comunicato della Nasa - questo ci permetterà di rivelare altri segreti».
Un’avventura infinita. Proprio come l’universo.

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