Se una grande donna di spettacolo non esita a diventare Sbirulino, significa che è una grande donna. Zia Sandra, coniugata Vianello, questo semplicemente è: una personalità così forte e così viva, più viva che diva, da non esitare mai a ridersi addosso, mentre fuori il mondo pullula di gente che si prende penosamente sul serio.
Nel momento dell'addio al set, imposto dalla «vasculite, dolorosa infiammazione ai muscoli che mi tiene in carrozzella da tre anni», molte cose si possono dire a questa intramontabile ragazza italiana. Ci sta la gratitudine commossa dei suoi datori di lavoro, che ne ricordano le scelte coraggiose e i meriti professionali. Ci sta l'affetto del pubblico nazionalpopolare, che è sommessamente invecchiato seguendo dal tinello di casa - lui buttando l'occhio oltre il giornale, lei stirando camicie lise ai figli - le semplici storie dei coniugi bisticcioni. E ci sta pure il riconoscimento ufficiale degli storici tv, che certamente non potranno negare alla bellicosa coppia un ruolo centrale nella lunga evoluzione dell’epopea catodica.
Ma oltre a tutto questo, che sa di bilancio artistico, qualcos'altro andrebbe detto guardando negli occhi la zia. Riavvolgendo il filo della memoria, io le ricorderei innanzitutto quando era una bella ragazza della prima televisione in bianco e nero. Sul serio, zia Sandra: anche tu, prima della Cuccarini e molto prima della Ventura, hai vissuto una bellissima stagione da fidanzata d'Italia. Quando poi hai sposato zio Raimondo, sei diventata la moglie d'Italia. Infine, nell'autunno della vita, ti abbiamo messo sul piedistallo dove troneggiano le zie più simpatiche e più amate dell'intera famiglia (se non sei diventata nonna e suocera d'Italia, è solo perchè non hai mai assunto le due nobili cariche).
Lasciatelo dire, da noi nipoti cresciuti fino ai primi capelli bianchi: sia quando eri un bel pezzo di figliola capace di farci girare la testa, sia quando sei passata alla fase matura della piacente tardona, sia quando infine sei assurta al nobile ruolo di sciura, in te non abbiamo notato mai cambiamenti. Sono arrivate le rughe, sono mutati i ruoli, ma attraverso tutta una lunga vita e tutta un'eterna carriera abbiamo sempre contemplato lo stesso spirito d'autentica signora.
È vero, forse non sei mai diventata materia per il revisionismo radical-chic. Questo specialissimo movimento culturale ha preferito rielaborare, fino a sdoganarli come aristocratiche icone, gli Alvaro Vitali e le Edwige Fenech. Tu, zia Sandra, forse hai pagato questa tua manìa di giocarti sempre addosso, sopra le intemperie dei tempi e delle congiunture, sopra le mode e le convenienze, talmente sopra da scendere tranquillamente fino al livello più basso dello Sbirulino, senza dedicare mai una parte del tuo tempo alle relazioni nei salotti giusti. Difatti, da quelle moquettes ti arriverà al massimo il riconoscimento di regina della televisione commerciale, sottolineando molto il «commerciale». Che vuoi farci: da noi funziona così. Ma siamo sicuri che per te non è un problema. Non proverai sensi di colpa. La tua superiorità sta nell'aver trovato una tua propria via verso la pace e verso la saggezza, fatte di semplicità e disincanto, di scetticismo e senso dell'umorismo.
Per quanto ci riguarda, noi nipoti ormai diventati padri, zii e pure nonni, abbiamo ammirato il coraggio con cui hai affrontato il dolore e le angosce delle malattie. Sei riuscita a farlo persino con ironia, il che dimostra una vecchia idea di Victor Hugo: e cioè che ironia derivi dal termine inglese «iron», acciaio, perché ironia e acciaio sono entrambi materiali forti e indistruttibili, in grado di resistere a qualunque sollecitazione.
Tra i meriti che dobbiamo riconoscerti, però, ce n'è uno particolarissimo e personalissimo. Per tutta la vita, sei rimasta al fianco di zio Raimondo, subendone le angherie e i sarcasmi, in uno studiato gioco dei ruoli che ha fatto storia. Si dice che dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna: tu sei una delle poche che rendono reversibile, come un impermeabile griffato, l'antico detto. Guardandovi, si potrebbe tranquillamente dire anche il contrario, e cioè che dietro a una grande donna c'è un grande uomo. In realtà, il vostro segreto è tutto diverso: nel vostro quadro familiare, non c'è un davanti e un dietro. Semplicemente, siete accanto. Tutto questo, in un ambiente dove divetti e soubrettine si prendono e si lasciano come cambi di biancheria, fa di voi due splendidi anticonformisti. Uno strambo ed eccentrico modello. Senza spacciare tante parole impegnative e tanti sermoni morali.
Sì, cara zia Sandra: nel conformismo della coppia che scoppia, grande conquista del Novecento, con zio Raimondo hai dimostrato che insieme si può. Si può cavalcare l'onda alta del successo e si può lottare nella polvere scura del dolore, senza perdersi di vista. Prendendovi un po' in giro, avete nascosto e protetto il grande amore dietro al sorriso.
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