"Canto di nuovo altre cover. Poi farò il mio disco più bello"

Intervista a Zucchero, di cui oggi esce l'album "Discover II". A giugno il tour negli stadi

"Canto di nuovo altre cover. Poi farò il mio disco più bello"
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Zucchero ci è ricascato.

«In che cosa?».

Nelle cover.

«Ma questa penso che sarà l'ultima volta. Ne avevo scelte quasi 500. Un po' sono finite nel mio primo disco di cover, ossia Discover».

Le altre sono qui in Discover II.

«Ho provato a farle diventare mie, mica voglio fare cover dove l'unica differenza è la voce».

C'è pure With or without you degli U2.

«Bono non l'ha ancora ascoltata, spero non mi tiri le orecchie ma, conoscendolo, penso che gli piacerà».

Benedetto Zucchero che è rimasto uno dei pochi a parlare chiaro, fuori dalle convenzioni, lontano dal politicamente corretto. «L'intelligenza artificiale è un problema? A dirla tutta, non me ne frega nulla» ha riassunto con il sorriso ieri parlando a Milano al Teatro Gaber di questo suo disco e di tutto il resto, che sono poi i concerti: «Con tutto l'amore per i miei figli e la vita di casa, quando sono in tour io rinasco e non invecchio» aveva detto prima. Quindi il prossimo anno tornerà negli stadi, da Ancona il 19 giugno fino a Roma, destinazione Circo Massimo che Ferdinando Salzano di Friends and Partners ha definito come «un progetto speciale» anche se non c'è ancora la data precisa. «Comunque il prossimo anno farò solo un mese e mezzo di tour perché poi voglio fare altro». Cosa? Lo spiegherà più avanti.

Però diciamo che stavolta per le sue cover ha puntato ancora più in alto. Ad esempio Knockin' on heaven's door di Bob Dylan.

«Ho discusso dentro di me per un bel po' prima di inserirla nel disco. Poi ho cambiato tonalità e l'ho un poco modificata. Con tutto il rispetto, la versione originale è un filo ripetitiva nel ritornello e ho provato ad adattarla secondo il mio istinto».

Era difficile prevedere che Zucchero avrebbe cantato Sailing di Christopher Cross.

«E invece no, è un pezzo che adoro, avrei pagato qualsiasi cifra per scrivere un brano del genere».

Invece con Agnese ci sta benissimo.

«La melodia del brano Agnese arriva da una sonatina di Muzio Clementi di fine '700, che poi fu ripresa dai Mindbenders nel 1963 e, a seguire anche dai Camaleonti e pure da Phil Collins in Groovy kind of love. Mi piace la versione di Ivan Graziani, con quella chitarra che io definisco marcia. E ho voglia di dare nuova vita a brani che ogni tanto si assopiscono».

In Discover II non c'è solo repertorio vecchio.

«Ad esempio c'è anche Amor che muovi il sole, che non è la traduzione letterale del brano dei The Killers My Own Soul's Warning. Musicalmente mi era subito piaciuta. Ma poi, dopo aver letto il testo, ho pensato che a me quella musica scatenava altre sensazioni rispetto a quelle parole, così l'ho riscritto».

A fine scaletta (della versione standard del disco) ricompare Paul Young.

«Ci conosciamo dalla fine degli anni Ottanta e poi abbiamo fatto insieme Senza una donna. Ma da allora non ci siamo mai persi di vista. Abbiamo passato momenti tremendi, a lui è morta la moglie giovanissima, io sono precipitato in una depressione lunga e forte. Qualche tempo fa è venuto a casa mia e mi ha fatto sentire un brano con un testo che mi ha commosso».

I see a darkness.

«Ho visto il buio. Sembra un po' la nostra storia».

Parliamo di presente. Ha vinto Trump.

«E ne vedremo delle belle».

Lei da che parte stava?

«Non mi aspettavo la sua vittoria. A dirla tutta, non ho mai aderito ad alcun partito né ho partecipato a manifestazioni politiche, anche se ogni volta me lo chiedono, sia da destra che da sinistra».

Apolitico.

«No, ho le mie idee e sono stato contro tante volte, ad esempio quando ho cantato oh avanti popolo con la lambretta rossa in Per colpa di chi? o quando non volevano trasmettere in radio Pippo perché c'era quel che cazzo fai che allora non era consentito».

D'accordo, Zucchero, ora le cover, poi i concerti e dopo?

«E dopo mi concentrerò a scrivere canzoni per fare il disco più bello della mia vita. So che è pretenzioso, ma ce la metterò tutta per riuscirci».

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