Chissà che nesso potrà esserci tra il 25 aprile e la demolizione della Stecca. Perché un nesso deve esserci, non si abbatte un edificio che ha fatto la storia della città in un giorno di festa. «Se cè non lho capito, ma ci sono ancora tante altre cose che non riesco a capire quindi preferisco astenermi da ogni commento» mormora Milly Moratti, consigliere comunale e nume tutelare delledificio.
In attesa di capirne di più, la Stecca degli artigiani dopo aver tenuto per giorni e giorni lattenzione della cronaca scompare, quanto meno fisicamente. Anche se il suo fantasma è destinato ad aleggiare ancora a lungo.
Ledificio fu realizzato all'inizio del 900 quando la Tecnomasio (ditta specializzata in strumentazione elettrica fondata nel 1876) si fuse con la Brown Boveri e, avendo bisogno di nuovi spazi, individuò larea tra via de Castillia e via Confalonieri per il nuovo stabilimento. Bombardato durante la guerra, lo stabile fu ristrutturato per essere poi definitivamente abbandonato negli anni 60 quando la società realizzò un nuovo impianto a Vittuone.
Negli anni 80 il fabbricato fu acquistato dal Comune che ricavò due giardini dal parziale abbattimento di un paio di corpi di fabbrica e affidò a un gruppo di artigiani i rimanenti locali. Negli anni divenne anche sede di Rifondazione comunista e spazio espositivo per mostre di arti grafiche.
E arriviamo allanno scorso, quando un gruppo di circa 40 spacciatori senegalesi occupò una parte dello stabile, dando vita a una vicinanza conflittuale con i precedenti occupanti. Fino a quando, allalba del 17 aprile, polizia e carabinieri liberarono lo stabile e lo riconsegnarono al Comune. Che nel frattempo aveva stipulato una convenzione con la Manfredi Catella. Laccordo prevede la cessione della proprietà alla sua Hines in cambio di un parco da realizzare nel quartiere. Impegnandosi a trovare altri spazi per le botteghe artigiane
Ma dentro lo stabile i poliziotti trovano asserragliati Milly Moratti, Basilio Rizzo e Luciano Muhlbauer. Gli esponenti della lista Ferrante, lista Fo e Rifondazione sono schierati a difesa della Stecca e in appoggio ad Armindo Bortolaso. Di fatto usato come grimaldello per scardinare laccordo Comune-Hines. Bortolaso infatti reclama il diritto di proprietà per usucapione sullintero secondo piano delledificio avendolo usato ininterrottamente per più di 20 anni.
Ieri invece la sorpresa: Hines trova laccordo con Bortolaso e le ruspe, di buonora entrano in azione spianando tutto.
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