Adesso Cogoleto brucia di sdegno «Un rapimento, altro che legalità»

Francesco Gambaro

da Genova

Chissà se a Minsk ieri splendeva il sole. A Cogoleto no. Solo nuvole e lacrime. Pioggia e dolore. Rabbia e indignazione. Perché Maria è sparita nel buio della notte. Un blitz in piena regola l’ha riportata in patria, senza aspettare il giudizio della magistratura italiana, senza ascoltare neppure la volontà della bimba. Il giorno dopo, Cogoleto è ancora sotto choc. Non è un giorno qualunque, non può esserlo. Per gli abitanti del piccolo paese del ponente ligure, il rimpatrio «forzato» di Maria è vissuto come un tradimento, uno schiaffo a tutta la comunità. Nella notte sono stati stampati centinaia di volantini, nei quali oltre a esprimere il sostegno alla bambina, strappata ai «genitori», si muovono critiche durissime all'operato delle nostre istituzioni.
«Siamo indignati - recitano i fogli affissi alle porte delle case -. Aspettavamo una sentenza di giustizia, è arrivato un rapimento di stato. Nessuno ha ascoltato Maria. Le istituzioni ci chiedevano di fidarci, di lasciar decidere ai tribunali, di ritornare alla legalità». Invece. «Di nascosto, nel buio, se la sono portata via». La gente vuol sapere di chi sono le responsabilità di un epilogo così drammatico. «Vergognoso» per Rita Bettaglio, una delle tante «mamme» di Maria. «Tutta la vicenda è stata condotta male, dall'inizio alla fine. - accusa la donna -. Il nostro governo, nella migliore delle ipotesi, è responsabile di essersene lavato completamente le mani, nella peggiore di connivenza con le autorità bielorusse». Per la giovane mamma «andava presa una posizione forte proprio nell'interesse di Maria, facendo valere la tradizione del nostro Paese nella difesa e nel rispetto dei diritti umani».
Da una mamma a un'altra. «Hanno fatto una cosa schifosa, neanche un cane lo tratti così. Le leggi sono leggi, è vero. Però i bambini sono bambini». Qualcuno se ne è dimenticato l'altra sera, quando Maria è stata prelevata all'improvviso dall'istituto di suore dove era ospitata, per essere consegnata nelle mani delle autorità del suo Paese.
«Un atto brutale», tuona il sindaco di Cogoleto Attilio Zanetti, che si sente tradito dalle istituzioni e da chi ha avallato l'operazione di venerdì notte, «aeroporto di Genova compreso». Il primo cittadino chiederà in consiglio comunale di conferire a Maria la cittadinanza onoraria di Cogoleto.
Intanto c'è qualcuno già pronto a imbarcarsi con un volo per Minsk. È don Danilo Grillo, il parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore, che si trova proprio di fronte all'abitazione di Alessandro e Maria Chiara, la coppia affidataria. Don Danilo partirà insieme alla Croce Rossa nelle prossime settimane, per vedere di persona come sta la bambina.

Ieri, «scortato» da una ventina di ragazzi, il parroco ha fatto visita alla famiglia Giusto. Dopo venti minuti è uscito dribblando l'assalto dei cronisti. C'era da organizzare la fiaccolata notturna a sostegno di Maria e dei suoi genitori.

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