Affari d'oro per i bodyguard

Triplicato il volume d'affari per le agenzie che si occupano di sicurezza. Giro d'affari: 1,4 miliardi di euro. Il Sudafrica è uno dei paesi più rischiosi al mondo con circa 50 omicidi al mondo

Affari d'oro per i bodyguard

Johannesburg - Il telefono squilla senza sosta nell’ufficio di Kyle Condon: a pochi giorni dall’avvio dei Mondiali di calcio 2010, turisti e uomini di affari stranieri, spaventati dalla diffusa criminalità del Sudafrica, cercano di garantirsi il servizio delle sue guardie del corpo. "Ho già assunto altre 48 persone, ma forse ne recluterò delle altre", dice il titolare dell’agenzia D&K Managment Consultants. L’azienda ha già "triplicato il suo giro di affari" grazie ai Mondiali. I suoi clienti spendono da 2.000 a 4.000 rand al giorno (da 200 a 400 euro), a seconda del loro livello di rischio, per essere sempre accompagnati da un uomo o una donna armati di una 9 mm.

Gli angeli custodi Si tratta quasi sempre di ex agenti di polizia o ex militari, sanno sparare, gestire situazioni di emergenza, prodigare le prime cure eà preparare con cura impegni e itinerari. "Essere bodyguard non vuol dire gettarsi in mezzo ai colpi di arma da fuoco come nei film - spiega Condon - il nostro lavoro consiste nel programmare la vostra vita al vostro posto durante il vostro soggiorno".

Problemi sicurezza I suoi clienti sanno che il Sudafrica è uno dei paesi più pericolosi al mondo, con circa 50 omicidi al giorno. "Si rivolgono a noi per la loro tranquillità". La paura non riguarda solo gli stranieri in arrivo in Sudafrica, tanto da alimentare un settore fiorente nel Paese: l’industria della sicurezza privata ha infatti conosciuto un tasso di crescita annuale del 13% dalla fine dell’apartheid, nel 1994.

Il giro di affari Si aggira tra i 14 miliardi di rand (1,4 miliardi di euro), se si tiene conto solo delle 6.400 società autorizzate dallo Stato, e i 40 miliardi di rand (4 miliardi di euro), se si includono le aziende che producono recinzioni e quelle che installano video di sorveglianza. "Dal 2004, a livello generale la criminalità è diminuita del 24%, ma le rapine e i furti di automobili a mano armata sono aumentati. Sono crimini che fanno paura - sottolinea Gareth Newham, dell’Istituto di studi sulla sicurezza (Iss) - la gente é spaventata, se si può permettere una protezione, lo fa". Di conseguenza, i quartieri ricchi delle grandi città somigliano a bunker.

Chek-point e recinzioni Le case sono circondate di alti muri dotati di recinzioni elettrificate e in alcune strade si incontrano check-point. Complessivamente, sono 375.000 gli agenti di sicurezza privati autorizzati in Sudafrica, contro 180.000 poliziotti. Dietro i muri delle case, i giardini sono dotati di captatori di movimenti collegati ai sistemi di allarme e illuminati da potenti fari luminosi. Le finestre sono protette da sbarre metalliche, le porte d’ingresso da più chiavistelli. All’interno delle case, i "panic buttons" permettono di dare l’allarme in caso di intrusione e porte blindate isolano le camere dal resto della casa. Grandi cani da guardia e una cassaforte completano spesso il dispositivo.

I più poveri Anche chi non dispone di molte risorse prova a difendersi usando filo spinato, pezzi di bottiglie e grate alle finestre.

"Tutti cercano di proteggersi: la gente ha armi da fuoco, coltelli, manganelli", sottolinea Junior Yele, un responsabile dell’agenzia Boa security services che, per i Mondiali, ha già sottoscritto circa 20 contratti di "protezione ravvicinata". Ma per Yele esiste una soluzione molto meno costosa per evitare i criminali. "Il miglior consiglio in Sudafrica: non mostrare il denaro, non attirare l’attenzione".

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