Un elenco che si alimenta in maniera preoccupante, ormai al ritmo di un caso ogni due settimane, anche se negli ultimi due mesi ci sono state anche tre donne stuprate in poco più di venti giorni. Se si considera poi che le forze dell'ordine - per non creare allarmismo, ma anche per svolgere le indagini senza mettere in fuga eventuali sospettati - ormai da diversi anni rendono pubblici i casi di violenza sessuale solo e quando ne catturano l'autore, anche accordando a carabinieri e polizia il massimo grado di professionalità e bravura, è chiaro che gli episodi sono senz'altro più numerosi di quelli che si conoscono.
In queste ore gli investigatori della Squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì, stanno cercando di capire quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica al «Toqueville 13» nell'omonima via adiacente a Corso Como, zona della movida milanese per antonomasia. In questo locale una 19enne di origine statunitense è stata soccorsa intorno alle 4 da un buttafuori che l'ha trovata, sanguinante nella zona del basso ventre. La ragazza non è riuscita finora a raccontare quanto le è accaduto: troppo ubriaca lei, così come le sue amiche, per ricostruire quel che è successo. Al momento neanche alla clinica Mangiagalli sono riuscirti a comprendere cosa le sia esattamente accaduto.
L'episodio più grave e più recente, sul fronte degli stupri, riguarda ben altro milieu. Era l'alba del 27 aprile in stazione Centrale quando una turista franco marocchina 36enne, in transito a Milano, è stata picchiata selvaggiamente e violentata in uno degli ascensori dello scalo ferroviario da un connazionale, un senzatetto di 27 anni catturato subito dopo dalla polizia. Due giorni dopo, la notte del 29 aprile, una 57enne senza tetto, adescata da un marocchino di 33 anni (finito in manette) sempre in Centrale, era stata poi violentata in una tenda in piazza Carbonari, dove l'uomo le aveva offerto ospitalità per la notte in vista del peggioramento delle condizioni meteo.
Il 5 aprile, a bordo di un treno regionale diretto a Treviglio (Bg) era toccata a una 21enne assalita da un pizzaiolo egiziano di 36 anni, catturato dalla Polfer un paio di settimane dopo, incastrandolo anche grazie alle immagini delle telecamere delle stazioni del Passante ferroviario.
Corso Como da tempo non è più solo la zona delle rapine di orologi preziosi, reato diffusissimo nell'area, soprattutto ai danni di frequentatori di discoteche alticci appena usciti dai locali. Era piuttosto ubriaca infatti anche la 23enne italiana abbordata fuori da una discoteca della zona da un altro senza fissa dimora di origine marocchina e di 37 anni. Che, fingendo di volerla aiutare (la ragazza aveva perso il cellulare) l'ha poi condotta nel suo giaciglio di fortuna, in un cantiere della vicina piazza Einaudi - a 500 metri dal Bosco Verticale - dove, minacciando di sfregiarla con il coccio di una bottiglia, ha abusato di lei. Anche questo immigrato è stato catturato in tempi record dalla squadra mobile.
Senza dimenticare, andando ancora a ritroso, la donna italiana di 28 anni aggredita e violentata nel parcheggio di un supermercato a Cornaredo da un ecuadoriano 35enne (7 gennaio); oppure casi più particolari come quello del fisioterapista dell'ospedale San Giuseppe accusato dai carabinieri di abusare delle sue pazienti: per risalire a eventuali abusi non ancora
denunciati gli investigatori dell'Arma, dal 21 aprile hanno messo a disposizione un numero di telefono della Procura a cui rivolgersi, garantendo ovviamente l'assoluta riservatezza, per le segnalazioni (02/54332570-02/54332553).
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