Agili sparate per centrare il divertimento

Massarenti e la sua «filosofia minima»

Ai vecchi tempi si arrampicavano sulle spalle dei giganti. Oggi - scoraggiati dall'altitudine? - si buttano giù. Ma il gioco a «Il lancio del nano» non funziona proprio così. Curioso di toccare con mano i traguardi che intravedeva a sbafo, lontano il nano si fa ormai lanciare a precipizio. E sfiora vette da record. Come Lenny, l'atleta australiano ineguagliato in questo sport che spopola nell’altro emisfero: volato alla distanza di 9 metri, per tutti e non per niente è «The Giant». Il vecchio nano lungimirante e scroccone è insomma diventato un campione. Un gigante. Un eroe: eponimo nel libro di Armando Massarenti, che gli dedica titolo (Il lancio del nano, Guanda, 198 pp. 12 euro), stile di procedura (a piccoli balzi, verso mete grandiose) e molte riflessioni. Trattasi infatti di libro di filosofia. «Filosofia minima», spiega la dicitura della rubrica che l'autore tiene la domenica sul Sole 24 Ore: cucita a misura di menabò sulla taglia del nano volante per confezionare il tascabile volume.
Brevitas, agilità e leggerezza sono i requisiti di queste filosofiche «tirate». Che buttano lì - tra i piedi o sopra le sue spalle del gigante - lo spericolato, brevilineo peso piuma. Così, spiccando il salto dal groppone di Aristotele, teorico del controllo delle voglie, l’akrasìa, il nanetto casca in testa a Woody Allen che, spento il desiderio di fumare, si prolunga soddisfatto la vita di una settimana: «Durante la quale pioverà sempre». O, scavalcando come un ostacolo le ragioni di Cartesio, precipita nel Paese delle Meraviglie come Alice nella tana del Bianconiglio, per ribadire lewiscarrollianamente il risaputo dubbio cartesiano: «E se la vita fosse solo un sogno?». Socrate poi, consumato commediante, recita sempre la sua parte e, personaggio drammatico nei dialoghi di Platone o figuretta buffa nel teatrino di Campanile, a tutti dà la stessa risposta: «So di non sapere». Ma, si parva licet componere magnis (e il nano di Massarenti licenze se ne prende senza timori), come suoneranno le leggi sacrosante della democrazia applicate all'assemblea condominiale? Le regole del libero mercato tradotte in soldoni al banco del lotto? Le lezioni di Wittgenstein Sulla credenza religiosa impartite a provar l'esistenza di Babbo Natale? A qualcuno suoneranno blasfeme. Ma via, scherziamo? Era per ridere, son le sparate del nano. «Uno sport disumano?», chiede Massarenti prima di aprire il fuoco, in canna tutti i suoi proiettili. E tituba: «Chi scrive era partito con l'idea di una cosa divertente. Ora non può che vergognarsi se qualcuno ha riso mentre leggeva». Non è il caso. Le battute di «filosofia minima» colpiscono di sorpresa senza far male a nessuno.

Men che meno a Massarenti che, lanciato in volo su un aereo decollato alle Maldive - racconta - scampò per un pelo allo tsunami, e atterrò dieci ore dopo a Malpensa sano, salvo, beneamato e felice. Neanche il nano si fa mai male. Ben protetto e corazzato, indossa caschetto e ginocchiere. E, tuffato dall'altezza di una spalla, atterra sempre su un soffice materasso di piume.

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