Agli Ifo tempi di attesa infiniti per tac e risonanze magnetiche

Per i malati oncologici in cura presso il Regina Elena controlli di routine da odissea E manca ancora il direttore

Sette mesi per una Tac total body, altrettanto per una tomografia parziale con e senza contrasto, cinque mesi per un’ecografia addominale, così pure per un’ecografia pelvica e tre mesi per una mammografia. Due per una risonanza magnetica. Quattro per una Pet. Sette per una scintigrafia. Entro un mese l’esame radiografico del torace.
Stiamo dando i numeri? Purtroppo no: sono questi semplicemente i tempi di attesa con i quali un qualsivoglia paziente si scontra volendo fare questi appositi controlli, peraltro di routine per un malato oncologico, presso gli Istituti fisioterapici ospitalieri. Gli Ifo per intenderci. Cifre davvero molto lontane dalle priorità previste dal ministero della Salute - presentate la scorsa settimana - per le patologie oncologiche che stabilirebbero comunque i termini delle necessità terapeutiche entro un massimo di sessanta giorni dalla richiesta. Una proposta che dovrà sì essere discussa e portata a compimento dalle varie regioni. Ma di rimando sarà cura principale delle singole aziende ospedaliere e sanitarie in genere applicare i termini e soprattutto vigilare. Già, ma se chi deve vigilare è assente allora il tiro cambia. E la vacatio in questione, dopo le dimissioni di Marino Nonis da direttore generale degli Ifo non viene colmata ormai da più di un mese. Anzi, il clima talmente cupo nel palazzo di vetro regionale, a causa delle scadenze su programmazione sanitaria e piano di rientro, non aiuta certo a legittimare a tempo debito una nuova nomina. Piuttosto è tutto il contrario. Gli affanni del governatore-commissario Marrazzo per portare a compimento i doveri pressanti sulla rimodulazione della spesa assistenziale, fanno sì che sia passata passando nel dimenticatoio l’importanza che ricopre l’eccellenza sanitaria dell’istituto per la cura dei tumori del Regina Elena. E questi sono i risultati: liste d’attesa sempre più lunghe, nessun controllo sull’offerta sanitaria e una continuità assistenziale che lascerebbe parecchio a desiderare dal punto di vista organizzativo se non fosse per gli operatori sanitari in servizio attivo anche con turni snervanti soprattutto nei reparti di diagnostica e oncologia medica.
Certo è che in una situazione tutt’altro che brillante è difficile per la politica fare un passo indietro. È infatti dalla minoranza regionale che si alzano i primi appelli a Marrazzo per chiedere quando e chi verrà nominato a guidare gli Ifo. Non dimentichiamo che l’ex direttore era stato pesantemente criticato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario regionale tant’è che ne erano state chieste addirittura a maggio 2007 le dimissioni. Eppure il nodo della nuova nomina starebbe ancora intorno a lui, nel senso che: «Nonis aveva comunicato al direttore generale dell’Asp Claudio Clini di accettare l’incarico in seno all’agenzia dal primo luglio - chiosa Donato Robilotta (Socialisti riformisti-Pdl) -, a questo punto è il presidente Marrazzo che ci deve dire se l’incarico c’è stato e se il posto lasciato libero da Nonis lo affiderà al professore Giuseppe Petrella che oggi ricopre l’incarico di presidente degli Ifo.

Un istituto così rilevante per il Lazio e per l’intero centro sud non può rimanere senza una guida per la programmazione gestionale troppo a lungo». Starà ora a Marrazzo dare seguito all’appello o continuare a fare orecchie da mercante.

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