Territorialità, tutela della biodiversità e dell'ambiente, socialità, salvaguardia dell'urbanistica rurale, promozione della cultura agricola. Si riassume in questi essenziali concetti la forza del modello agrituristico italiano, vero protagonista della nona edizione di AgrieTour, il Salone nazionale dell'agriturismo partito oggi e in corso fino al 14 novembre ad Arezzo Fiere e Congressi. Una manifestazione che sembra destinata a confermare il successo delle scorse edizioni, se già al primo giorno erano presenti oltre 150 «buyers» e oltre 3mila operatori accreditati.
Il successo del made in Italy in questo settore diventa caso di studio per molti Paesi come Israele, Bulgaria, Malta, Spagna, Grecia, Gran Bretagna, Filippine, che hanno inviato alcuni esperti del comparto ad Arezzo, dove è in corso anche il primo meeting internazionale sull'agriturismo. «Siamo venuti in Italia per cercare di apprendere e in qualche modo fare nostro il modello agrituristico del vostro Paese - spiega Shai Dotan, direttore dell'Agriturismo del governo israeliano - un modello vincente dal punto di vista dell'organizzazione dell'offerta, ma anche da quello della legislazione».
Ma quali sono i segreti del movimento agrituristico italiano? Certamente la semplicità di una vacanza all'insegna del benessere e del contatto diretto con la natura che consente tuttavia l'approccio agli aspetti culturali, architettonici e artistici di cui ogni territorio è ricco e differenziato. L'agriturismo in Italia per come si è sviluppato diviene elemento rappresentativo del territorio di appartenenza: dai prodotti agroalimentari alle forme di allevamento, fino alle proposte sportive e di attività ricreative a contatto con la natura che risentono direttamente del clima e della geomorfologia nelle quali si inserisce. A fronte di un format di base che accomuna le diverse imprese, durante gli ultimi anni si è evidenziata una progressiva diversificazione degli agriturismi in modo da esaltarne la multifunzionalità con una positiva ricaduta in termini sociali ed ambientali. A questo proposito basti pensare all'impegno di mantenimento di tradizioni e costumi tipici e locali (il merito, secondo un dato Agriturist, è in particolare delle imprese rosa).
Importante anche l'apporto dell'agriturismo nel recupero dell'edilizia tradizionale. Va sottolineato inoltre quanto gli investimenti fatti dalle aziende abbiano avuto ricadute dirette sulla tutela del paesaggio, delle risorse naturali e dei beni pubblici. Ultimo dato, non certo il meno interessante, quello relativo all'integrazione culturale che l'agriturismo ha favorito con il largo e qualificato impiego di lavoratori extra e neocomunitari. Tra i segreti del successo e della diversificazione dell'offerta dell'agriturismo anche le fattorie didattihe (in Italia sono oltre 3mila) alle quale ad AgrieTour è dedicata un'area dove è possibile imparare tanti segreti della vita all'aria aperta.
Secondo l'ultimo rapporto dell'Istat, presentato ad Arezzo, in Italia sono 19.019 le strutture agrituristiche registrate (con un aumento di 539 unità pari al 2,9% rispetto all'anno precedente). Il 45,1 per cento delle aziende agrituristiche si trova nel Nord del Paese, il 34,4 per cento nel Centro e il restante 20,5 nel Mezzogiorno.
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