Ahmadinejad: Sull'uranio «c'è speranza» di un accordo con l'Occidente

Discorso quasi distensivo del presidente della Repubblica islamica, il giorno dopo il flop della due giorni di colloqui a Istanbul tra Iran e il Gruppo «cinque più uno» sul nucleare iraniano: «Abbiamo preparato il terreno»

Due giorni di colloqui, tante parole, nessun fatto concreto. Un flop, il vertice di Istanbul tra Iran e Occidente? Macchè. Anzi, «ci sono ancora «speranze» che i negoziati sul programma nucleare in futuro «possano portare a buoni risultati». E il commento, a sorpresa, arriva proprio da Mahmud Ahmadinejad: «Abbiamo familiarizzato sui rispettivi punti di vista».
Eppure a Istanbul la nuova tornata di trattative si è conclusa senza alcun accordo, senza nemmeno che venisse indicata una data per la ripresa dei colloqui. Teheran e il gruppo dei 5+1 - Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania - si sono addossati vicendevolmente la colpa per il fallimento dei due giorni di cooloqui, che facevano seguito ad una seduta svoltasi all'inizio di dicembre a Ginevra.
Ma il pessimismo è durato poco. Sia gli Usa sia la responsabile della politica estera della Ue, Catherine Ashton, adesso sottolineano che «la porta rimane aperta» per cercare di risolvere per via diplomatica il braccio di ferro. Un giudizio fatto suo anche dal ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini. «Sono rimasti evidentemente con un appuntamento ancora non fissato, però l'impressione è che ci sia la volontà comunque di non tagliare questo filo molto sottile di dialogo. Ma una cosa è sicura, le sanzioni adottate dal Consiglio di sicurezza dell'Onu e dall'Unione europea - sottolinea il ministro - cominciano ad avere un effetto sull'economia iraniana. Spero che a Teheran si convincano che è molto meglio il negoziato rispetto alla strada delle sanzioni. Noi saremmo pronti a rivedere la nostra strategia, se vi fosse una trattativa seria».
Al centro della contesa rimane l'arricchimento dell'uranio da parte dell'Iran, che il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha chiesto invano di sospendere con sei risoluzioni successive, quattro delle quali corredate da pesanti misure contro la Repubblica islamica. E proprio la revoca delle sanzioni e il riconoscimento del «diritto» all'arricchimento sono stati posti come condizioni dagli inviati di Teheran per continuare il dialogo. Una posizione ribadita oggi da Ahmadinejad. «Avete cercato di fermare le attività nucleari dell'Iran ma non ci siete riusciti, e se continuerete su questa strada non otterrete altro che i risultati già ottenuti in passato», ha detto il presidente in un discorso tenuto in una visita alla città di Rasht, nel nord del Paese, e trasmesso in diretta dalla televisione di Stato. «Non potrete fare indietreggiare la nazione iraniana neanche di una punta di spillo», ha ribadito Ahmadinejad, secondo il quale, tuttavia, i colloqui di Istanbul hanno permesso alle due parti di «familiarizzarsi con i punti di vista l'una dell'altra».


La conclusione lascia spiragli aperti: «Non possiamo aspettarci che tutti i problemi vengano risolti in alcuni incontri, ma ora il terreno è preparato in modo tale che se la controparte si impegna ad osservare la giustizia e il rispetto reciproco, in futuro si potranno avere buoni risultati».

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