C'è chi si è trovato in mano una scheda elettorale già «votata» e chi ne ha avute addirittura due. La prima giornata elettorale regala aneddoti e curiosità da Nord a Sud. Alla sezione n. 2 di Rosolina (Rovigo), a un elettore è stata consegnata prima di recarsi in cabina una scheda già votata con tanto di preferenza. L'involontario protagonista è uno dei candidati alla poltrona di primo cittadino, e ha denunciato l'accaduto. Il presidente del seggio ha minimizzato: «Lo scrutatore aveva in mano una scheda già votata e l'ha consegnata invece di inserirla nell'urna...». Sull'episodio indagano i carabinieri. A Napoli invece, in una sezione del Pallonetto di Santa Lucia una signora ha ricevuto due schede per votare alle Comunali, come denunciano i Verdi.
Nel capoluogo campano i rifiuti sono entrati praticamente nel seggio all'istituto Paisiello di piazza Montecalvario, tanto che è stato necessario chiamare gli addetti alla nettezza urbana per rimuovere un cumulo di rifiuti che impediva agli elettori l'accesso alla scuola.
A Milano il candidato del terzo polo Manfredi Palmeri è arrivato al seggio con la figlia Carola di 4 anni. Look ancora una volta un po' discutibile quello del governatore lombardo Roberto Formigoni, al seggio in «chiodo» e maglietta di Paperino. Mentre a Bologna il candidato di Pdl e Lega a Palazzo Accursio Manes Bernardini (che non vota per sé perché residente a Casalecchio di Reno) ha accompagnato la moglie Lucia Caccavo a votare assieme al cane.
A Torino il primo dei candidati a votare è stato Piero Fassino intorno alle 11 nel quartiere borghese di Crocetta. Qualche attimo di nervosismo coi fotografi e un rimprovero ai giornalisti per il troppo rumore. Poi Fassino si è precipitato in un'azienda a rischio chiusura, la Askoll, per un mega spot elettorale fuori tempo, suscitando l'ironia dell'avversario Michele Coppola (Pdl): «Sappiamo perché è nervoso...». Nervi a fior di pelle anche a Diano Marina (Imperia) dove solo l'intervento dei vigili urbani ha evitato il peggio tra i tre candidati a sindaco per un mancato accordo sulla rimozione dei manifesti elettorali.
I candidati sindaci di Cagliari Massimo Fantola (centrodestra) e Massimo Zedda (centrosinistra) hanno votato a distanza di mezz'ora, senza incontrarsi, nello stesso seggio di via Collegio, nel quartiere Marina, in centro. A Olbia, in un seggio della scuola di Murta Maria, le operazioni di voto sono rimaste bloccate per un'ora a causa della protesta della candidata indipendentista Lisa Corimbi: «Le matite per votare non sono copiative, ma normali e dunque cancellabili». Sull'episodio indaga la Procura.
Nonostante i divieti, almeno quattro elettori (a Catanzaro, Taranto, Napoli e Benevento) sono stati pizzicati mentre fotografavano la scheda elettorale con un cellulare, e sempre in Campania si sono segnalati diversi «galoppini» intenti a fare campagna elettorale sin dentro i seggi.
Non sono mancati gli atti vandalici: le vetrine dell'ufficio elettorale di Carmine Abagnale, consigliere Pdl a Milano, sono state prese a sassate nella notte. A Città di Castello decine di manifesti elettorali del candidati a sindaco, Francesco Polidori, patron del gruppo Cepu, sono stati strappati, coperti con fogli bianchi o con la pubblicità di altri candidati.
A Castiglion della Pescaia (Grosseto) l'affluenza è ampiamente inferiore al 50%: ha funzionato l'appello al non voto lanciato dal sindaco Pdl uscente, la deputata Monica Faenzi, dopo l'esclusione della lista azzurra. Sulla validità delle elezioni pende anche un'inchiesta della procura grossetana.
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