San Paolo - I resti recuperati dalla Marina brasiliana non appartengono all’Airbus dell’Air France precipitato nell’Atlantico lunedì scorso. Lo ha reso noto oggi un responsabile dell’aviazione brasiliana. "Al momento non abbiamo recuperato nessun materiale dell’aereo", ha dichiarato il generale Ramon Borges Cardoso, direttore del dipartimento di controllo dello spazio aereo dell’Aeronautica brasiliana. Cardoso ha precisato che i rottami recuperati sino ad ora - un pezzo di sostegno che si supponeva fosse parte della stiva dell’Airbus - appartengono probabilmente ad una nave. Cardoso ha poi precisato che anche la macchia d’olio estesa per circa 20 chilometri in mare non può appartenere all’aereo, "che ha una capacità massima di 50 litri per ciascun motore", una quantità minima rispetto all’estensione della chiazza. La ricerca del relitto "va avanti", ha aggiunto Cardoso.
La notizia è stata accolta con imbarazzo a Parigi, con il sottosegretario ai Trasporti Dominique Bussereau che invita ad una "cautela estrema". E prende nettamente le distanze dall’errore: "Vi ricordo che i nostri aerei e le nostre navi non hanno avvistato nessun relitto e sono stati i nostri amici brasiliani ad avvistare rottami che hanno detto appartenere all’aereo". Mercoledì scorso il ministro della Difesa brasiliano, Nelson Jobim, aveva affermato infatti che non c’erano dubbi sul fatto che i rottami fossero dell’aereo precipitato domenica notte. "La nostra priorità - ha aggiunto il sottosegretario francese - è trovare le scatole nere, ma il tempo è contro di noi perchè il segnale dura solo 30 giorni".
Nell’inchiesta sul disastro emerge "incoerenza" nelle misurazioni della velocità dell’apparecchio. Lo ha detto questa mattina a Parigi il Bea, l’ufficio inchieste incidenti aerei che indaga sulla vicenda. È emersa, secondo il Bea, "incoerenza nelle diverse velocità misurate" in base "all’esame dei messaggi automatici trasmessi dall’apparecchio". L’Airbus A330 è provvisto di diversi congegni in grado di misurare la velocità e - spiega un portavoce dell’ente ufficiale di inchiesta sugli incidenti aerei - "succede che c’è un’incoerenza fra queste velocità" misurate.
L’inchiesta ha consentito anche di confermare «la presenza, in prossimità della rotta prevista dell’aereo sull’Atlantico, importanti cellule convettive caratteristiche delle regioni equatoriali, in pratica fenomeni di particolare violenza temporalesca. In ogni caso, il Bea invita ad "evitare qualsiasi frettolosa interpretazione o speculazione sulla base di informazioni parziali e non confermate".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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