Elena Giliberti
Quando si dice «100 di questi giorni». È un modo di dire, ma ogni tanto qualcuno i centanni li compie sul serio. È successo ieri ad Albertina Terragnuolo, classe 1905. E per festeggiarla, i suoi «amici» della residenza comunale per anziani Gerosa Brichetto di via Mecenate hanno fatto le cose in grande. Prima la consegna dell«Ambrogino doro» da parte dei messi comunali, e nel pomeriggio la festa, con tanto di musica, torta a forma di «100» e una candelina. Un secolo, daltronde.
«Albertina è lucida - spiega la direttrice del centro - ha solo qualche piccolo problema a esprimersi con le parole, ma dopo che hai parlato per centanni...». «Mi riconosce - spiega Pablo, il pronipote - anche se ogni tanto mi parla in spagnolo, probabilmente rivivendo il periodo in cui scappò dalla guerra civile in Spagna, e mi scambia per mio padre, morto tanto tempo fa». Ma la sua centesima festa di compleanno la signora Albertina se lè goduta tutta.
Nella sala della residenza sono più di un centinaio gli invitati: la partecipazione alla gioia di quel momento è chiara sui volti di tutti. Età media 90 anni, appagati dallo stare in compagnia a cantare le canzoni di una volta, con laiuto indispensabile di un chitarrista e speaker della festa che è poi uno degli operatori della residenza.
Intona «Oh mia bela madunina» e la signora Albertina, comoda sulla sua sedia a rotelle, si toglie gli occhiali per riposare gli occhi, appoggia sul tavolo i pesanti orecchini a clip che ha indossato per la festa, e batte il tempo con le dita.
Un abbraccio dai parenti (in sala ben quattro generazioni tra nipoti, pronipoti e una bimba, figlia di un pronipote), un soffio alla candela e anche i «100» sono passati.
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