Le alchimie spirituali, molto concrete, di Floreani

Dopo le grandi mostre dedicate a Modigliani e Giacometti, il Museo «Maga» di Gallarate propone un importante progetto di Roberto Floreani titolato Alchemica, realizzato in gran parte appositamente per gli spazi del Museo lombardo (da ieri fino al 2 ottobre). A due anni dalla partecipazione al Padiglione Italia della Biennale di Venezia, Floreani torna con ancor più decisione sulla tematica della spiritualità e più esattamente all’opera d’arte come possibile messaggio di questa natura, argomento caro a molti dei grandi astrattisti del Novecento: da Kandinskij a Mario Radice, da Rothko a Yves Klein.
Così si spiega infatti la frase di Mark Rothko («I quadri devono essere miracolosi») che accoglie i visitatori all’ingresso della mostra e l’atmosfera silenziosa che caratterizza le dodici opere di grande formato che ne costituiscono la sezione più vibrante. Sono dodici pale caratterizzate da ampie colature terrose e dall’accensione della fascia magenta - alchemico, appunto - che corre da un’opera all’altra alla medesima altezza, quasi avvolgendo il visitatore. Quella che si respira nella sala è una suggestione forte, innescata dai contrasti tra le superfici dei quadri e le ampie aperture al nero del loro strato sottostante, a sua volta acceso dalla presenza cromatica del magenta. Le ampie volute dei Concentrici dell’artista, ormai «sigla» riconosciuta delle sue opere, sono misurate, attente a mantenere una sorta di sospensione tra la tematica di fondo e l’importanza della struttura dell’opera, articolata in una serie di rimandi, scavi ed eleganti sovrapposizioni materiche.
Dodici grandi Alchemici dèttano al visitatore una serie di riflessioni istintive sull’importanza del silenzio e dell’attesa, che sembrano allusi già dai grandi formati. Completano la mostra diversi lavori particolarmente significativi della carriera dell’artista, già esposti a Venezia nel 2009 e in alcuni musei tedeschi.


La rassegna segna quindi un ritorno prepotente dell’opera d’arte nell’alveo dell’impegno e dell’ascolto, che segue la falsariga di alcune tra le maggiori personalità del Novecento, dando nuovo slancio anche in Italia alla riflessione sull’astrazione, valorizzata al giorno d’oggi in paesi come gli Stati Uniti, l’Inghilterra o la Germania.

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