Alemanno lancia la capitale a 5 cerchi

L’applauso dell’Auditorium è un’eco che risuona mentre sullo schermo scorrono le immagini del tributo di Franco Zeffirelli alla Città Eterna. «Vincerò», ripete cantando Andrea Bocelli. È tutta Roma che vuole vincere, che insegue la medaglia d’oro nella corsa verso le Olimpiadi 2020. E ci sono tutte le facce di Roma sedute nella platea, strapiena, della Sala Sinopoli: Gianni Alemanno, ma anche Nicola Zingaretti ed Esterino Montino, più in là anche l’ex sindaco Walter Veltroni, in un trionfo, inusuale, di fair play; ci sono gli industriali dell’Uir e una lunga lista di sportivi (da Francesco Totti a Dino Meneghin, da Alessia Filippi a Nino Benvenuti), assieme ad ogni singolo rappresentante delle forze motrici della capitale. Ascoltano con attenzione, in silenzio e per oltre due ore, i contenuti del dossier che il sindaco ha appena presentato al Coni, sancendo l’inizio ufficiale del braccio di ferro, nelle premesse senza scintille, con Venezia. La vincente italiana, il nome della prescelta tra le due, arriverà ad aprile; di lì partirà l’agone internazionale e, nel 2013, il Cio prenderà la decisione definitiva. E Roma potrebbe lavare uno smacco che risale al 5 settembre 1997, quando Atene le soffiò l’edizione del 2004 da sotto il naso, per un pugno di voti.
Sul tappeto c’è tanto: la memoria carica di significato, innanzitutto, delle Olimpiadi del 1960, «lo spartiacque tra il dopoguerra e il boom economico», come ricorda Alemanno. Una cartolina dell’Urbe spedita al mondo intero, l’opportunità di rispedirla, tra 10 anni, a 4 miliardi di persone «tramite ogni mezzo», di consegnarla a mano, di mostrarla nel suo splendore, ai 3 milioni di potenziali spettatori in arrivo. Ci sono i soldi, è ovvio: 42 milioni di euro per la sola candidatura, in linea con le altre città, che diventeranno 1,9 miliardi se arriverà il sì del comitato internazionale. Un budget in grado di fare da volano «a investimenti per 13 miliardi di euro complessivi», di far aumentare del 20 per cento il turismo negli anni precedenti e successivi all’evento, di creare migliaia di posti di lavoro. Insomma, un’opportunità per cambiare in meglio il volto dell’Urbe, un sogno a cinque cerchi a cui i romani credono compatti: l’88,1 per cento, secondo un sondaggio realizzato a gennaio, è favorevole ai giochi. E il dato è in aumento rispetto a rilevazioni meno recenti.
La concordia, per una volta, è totale, le polemiche elettorali restano fuori dalle porte massicce dell’Auditorium. I protagonisti delle istituzioni sfilano sul palco per ringraziare Gianni Alemanno: lui ribadisce il concetto ricordando che Francesco Rutelli è stato il primo firmatario della mozione con cui il consiglio comunale ha detto sì alla candidatura. C’è pure un tifoso d’eccezione a prendere il microfono, un altro sindaco, Massimo Cialente: è a L’Aquila, infatti, che potrebbero svolgersi alcune partite di calcio.

«La mia città - ha detto - nel corso del G8 ha mostrato tutte le sue ferite. Il mio sogno è che tra 10 anni l’Italia dimostri come ha saputo ricostruirla». E Roma? «Roma - queste le parole di congedo di Alemanno - ha qualcosa di molto importante da dire al mondo».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica