«Ali Agca sta per tornare definitivamente libero»

Il suo avvocato: la prossima settimana sarà rilasciato

da Istanbul

Ali Agca potrebbe uscire ancora di prigione. A dirlo è il suo avvocato Mustafa Demirbag, che ieri al quotidiano Milliyet ha addirittura anticipato la data del rilascio. Il suo assistito potrebbe lasciare il penitenziario di Kartal dopo la Festa islamica del Kurban Bayram (la festa del Sacrificio, che inizia domani e termina mercoledì ndr).
A circa un anno dalla sua clamorosa scarcerazione, durata appena otto giorni, si torna a parlare di libertà per l’ex terrorista, legato al gruppo ultra nazionalista dei Lupi Grigi, che nel 1981 attentò alla vita di Papa Giovanni Paolo II e che nel 1979 aveva ucciso a sangue freddo Abdi Ipekci, direttore proprio del quotidiano Milliyet.
Il fascicolo riguardante la domanda di scarcerazione di Ali Agca si trova sui tavoli della Corte di cassazione. In precendenza è stato esaminato dai Tribunali penali di Kartal e di Üsküdar, entrambi quartieri nella parte asiatica di Istanbul.
Dopo aver vagliato tutta la documentazione ed essersi confrontati, le giurie si sono dichiarate autorità «non competenti» a prendere una decisione del genere, chiedendo alla Yargitay (la Cassazione, ndr) di esprimersi sulla vicenda.
Se i giudici dell’organo più importante della giustizia turca dovessero decidere di fare uscire Ali Agca di prigione, la sentenza sarebbe inappellabile. Se dovesse scontare la pena per intero, invece, l’ex lupo grigio dovrebbe rimanere a Kartal fino al 2010.
Ma l’avvocato Demirbag è convinto che le cose andranno diversamente. Parlando con giornalisti del Milliyet, il legale ha detto che Agca ha già trascorso in carcere molti anni e che la reclusione lo ha cambiato, rendendolo una persona non più pericolosa.
La vicenda giudiziaria di Ali Agca era tornata in primo piano lo scorso 8 gennaio, quando un tribunale di Istanbul decise a sorpresa la sua liberazione. I giudici avevavo accordato all’ex terrorista i benefici relativi alla scarcerazione anticipata.
La notizia destò molto clamore, in Turchia come in Italia, e creò non pochi imbarazzi al governo Erdogan. Agca rimase libero appena otto giorni, nei quali successe di tutto. Appena uscito da Kartal si definì il Messia e urlò «sono Cristo» e non si presentò al comando di polizia, come avrebbe dovuto, per firmare il registro riservato alle persone in libertà vigilata.

Otto giorni dopo tornò in carcere grazie a una sentenza emanata proprio dalla Yargitay.
Il ministro della Giustizia, Cemil Cicek, che per primo aveva definito «ingiusta» la scarcerazione anticipata, fu costretto ad ammettere che si era trattato di un errore di calcolo da parte dei giudici.

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