Bye bye Alitalia. La compagnia abbandona Malpensa e fa rotta su Roma. Destinazione: Fiumicino. Sarà lì la base della nuova società. Romanocentrismo? Decisamente sì. «Con Roma come base principale - dice il presidente Roberto Colaninno - creiamo con le altre città, Milano, Venezia, Torino, Roma, Napoli e Palermo, una rete stellare, una grande infrastruttura che costituirà l’hub del futuro». Vallo a dire a quelli che speravano di vedere Malpensa diventare un hub con tutti i crismi, vallo a dire a quelli che stavano ad ascoltare le promesse (fasulle) di Cai. Vabbé, lo scalo lombardo saprà farsene una ragione e ripartire puntando su altre compagnie. Lufthansa in testa. Per ora però mastica il boccone, che un po’ amaro, questo sì, lo è.
«Ecco scoperto il bluff di Alitalia» insorge il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni che tuttavia era già pronto a ricevere il colpo. Dal Canada, dove è in missione istituzionale, annuncia la battaglia che porterà avanti una volta tornato: «Lasciamo passare la campagna elettorale - dice - e subito dopo solleveremo davanti al governo il problema del monopolio di Alitalia sulle tratte nazionali e in particolare quella Milano-Roma. Chiediamo che il monopolio finisca e che altre compagnie possano servire il Nord». Altro che compagnia nazionale, ora Alitalia, secondo il governatore lombardo, è ridotta a una compagnia «che serve solo una parte del Paese e non garantisce il servizio al Nord». A Malpensa la compagnia ha ridotto i voli di quasi il 90 per cento. «E anche Linate è zoppicante».
Anche la Lega affila le armi: Matteo Salvini, contro il congelamento degli slot, propone agli imprenditori una serrata anti Alitalia per sollecitare i ministri ad accelerare la liberalizzazione delle rotte. «Quella di Alitalia è una scelta folle - sostiene - ma il mercato farà giustizia a Malpensa». L’assessore lombardo alle Infrastrutture ha una certezza: «Si spostano i voli ma non i passeggeri. Sono i passeggeri che fanno il mercato e non le compagnie aeree». E ha anche un rammarico: «Arricchiremo le compagnie straniere».
Il presidente della Provincia Filippo Penati punta subito il dito contro il sindaco Moratti: «A furia di fare lo scendiletto al governo amico, la Moratti è stata battuta da Alemanno 5 a zero. A furia di non chiedere il tavolo Milano, questi sono i risultati». La Lega Nord giudica la decisione di investire su Roma «una grossa scivolata» e non gradisce la presenza dei membri dell’Enac alla conferenza stampa di una compagnia privata: «L’ente dovrebbe garantire la concorrenza e non i monopoli».
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