All’Umberto I la crisi può attendere

Ancora una volta il Policlinico Umberto I vuole fare eccezione. Se per tutte le aziende sanitarie laziali il piano di rientro dal deficit corrente le vincola a sospendere ogni nuova eventuale progettazione edilizia, per il nosocomio universitario questo divieto non dovrebbe avere nessun peso specifico.
Già, almeno è quello che pare lasciar intendere il manager Ubaldo Montaguti mettendo in piedi una vera e propria elaborazione tecnica pluriennale a tutto campo. Abbandonata la vecchia idea del progetto di rifacimento globale dell’ospedale, che aveva presentato due anni or sono in tutte le possibili sedi istituzionali, il direttore ha stilato il prospetto di una serie di ristrutturazioni edilizie, a macchia di leopardo, che dovranno interessare da qui al 2010 tutti i padiglioni del nosocomio. Dai terrazzi ai seminterrati, alle aree di degenza e agli spogliatoi del personale. Compresa la piazza centrale del Dea.
La spesa complessiva di questo manifesto triennale di opere pubbliche? Quasi 100 milioni di euro (94.081.750 per l’esattezza) che però, nell’atto siglato, non si precisa né motiva da dove, o da chi, proverranno. Certo è che la Regione, già in disavanzo netto di 1.600 milioni di euro per l’anno in corso, non sarà in grado di elargire risorse. E altrettanto la stessa azienda Policlinico, in deficit di 80 milioni, non sarà capace di fornire garanzie finanziarie per accendere ulteriori mutui o prestiti. Ma tant’è. Pure con queste previsioni economiche tutt’altro che rosee, Ubaldo Montaguti non si lascia distogliere dalla sua brama progettuale e lancia l’idea di mettere su un megaparcheggio multipiano per 700 auto in un’area adiacente all’ospedale.
Pronosticando una spesa di 12,5 milioni di euro, ha già dato mandato all’architetto Claudio Voglino di occuparsene direttamente. Lo stesso professionista è stato pure incaricato di curare la ristrutturazione e gestione degli edifici dell’ex Istituto Regina Elena. Qui la spesa stimata sarebbe di 55 milioni di euro. Quanto alle altre opere murarie e alla messa in sicurezza di parte dei locali, fra i quali alcuni comunque funzionanti, si tratta di lavori cosiddetti di ordinaria manutenzione che appunto verranno a costare al massimo una trentina di milioni di euro.
Eppure, malgrado l’impegno che lo stesso general manager avrà certamente messo per stilare l’elenco di interventi e di progetti da portare avanti, ne manca uno fra tutti: quello di pensare a un nosocomio che metta ai disposizione dei malati, come del resto tutti gli altri ospedali all’avanguardia, di stanze per la degenza fornite di soli due letti e una toilette interna perfettamente accessoriata. Al Policlinico, invece, rimangono aperti reparti dove il bagno a disposizione dei pazienti è in un rapporto di 1 a 20. Così per le docce e per i lavandini. Senza dimenticare che malgrado gli innumerevoli interventi di bonifica delle acque, l’ospedale continua a non averne di potabile a causa dell’alta percentuale di microrganismi virali. Legionella prima di tutto.


Per tutte le ragioni fin qui esposte non è peregrino definire assai bizzarra la politica gestionale che il manager porta avanti: preoccuparsi di edificare un parcheggio multipiano e magari anche di tenerne la gestione - così com’è scritto nel prospetto - cercando di invogliare qualche sponsor per dare il via a un «projet financing» che si sviluppi anche con capitali privati. E questo quando rimane al palo la conclusione dei lavori per il piano ipogeo che, stando alle ultime previsioni, dovrebbe essere fissata per maggio 2009, mentre manca ancora il collaudo per i tratti ultimati.

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